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ASTINOVECENTO
Cronache della città, e non solo, viste dalla finestra del suo ospedale
PREMESSA

Il diciannovesimo secolo, il 1800, si chiuse in piena belle époque, all'insegna dell'allegria più sfrenata con feste, balli, veglioni per dimenticare un'epoca che era stata per l'Europa e i cosi detti paesi civili – quello che sarà chiamato il mondo occidentale – un periodo di grandi cambiamenti politici, sociali, culturali, una fase di straordinario avanzamento tecnologico e scientifico e, per noi italiani, l'unità del paese, dalle Alpi alla Sicilia, con Roma finalmente capitale, un re aitante e una regina bellissima e affascinante. Secondo le previsioni, il secolo ventesimo, sarebbe stato un secolo di pace, benessere e ulteriore progresso. In realtà fu un secolo di trionfi, vittorie e scoperte, ma anche di sconfitte, catastrofi ed eventi terribili che hanno, in modo indelebile, segnato la storia dell'Umanità.
La "grande guerra", il conflitto che travolse l'Europa, e non solo, dal 1914 al 1919, con un numero mai raggiunto di vittime e distruzioni, si portò via anche il mondo dorato della belle époque per dare inizio a una nuova era, considerata il vero inizio del secolo. Artisti e letterati, già prima del conflitto, fondarono anche in Italia, movimenti culturali, eredi del verismo e del futurismo, ispirati alla supremazia dell'uomo sulla natura e al realismo, un po' magico, della scoperta della vita. Questi movimenti, pervasi di spirito artistico ed estetico assolutamente nuovo, furono chiamati Novecento con molta presunzione perché pretendevano di ipotecare l'intero secolo: le arti e la cultura, del resto, si manifestano e rinnovano con cadenze cicliche piuttosto singolari.
La scienza, che in passato era pura, fine a se stessa, fu applicata al progresso culturale e tecnico provocando il miglioramento delle condizioni di vita in grande parte del mondo. Oggi non siamo più in grado di stare al passo con la macchina del progresso: si è arrivati a dire che scienze biologiche, medicina e chirurgia hanno portato l'uomo ai limiti dell'immortalità. Per fortuna l'uomo rimane pur sempre un uomo con i limiti che Dio gli ha posto. L'uomo curi i suoi simili e, se mai, migliori la loro vita. Spetta a Dio darci e toglierci la vita.
Quel secolo, il 1900, io lo ho vissuto per gran parte dei suoi anni e, giunto ragazzo dall'Africa ove mio padre era emigrato giovanissimo, ho trascorso molto più di sessant'anni in Asti, e ho lavorato per oltre quaranta anni nel suo "antico" ospedale.
Ormai avanti negli anni, ma ancora saldo in spirito e volontà, sono tornato nel vecchio edificio ormai abbandonato, mi sono affacciato a una delle sue finestre, una delle più alte, quelle che guardano sulla piazza Santa Maria Nuova e ho riguardato la città: ho riconosciuto piazze, vie, case, palazzi, torri, chiese, campanili. Mi sono ricordato della sua storia, della sue tradizioni, dei suoi personaggi, quelli che la Storia ci ha raccontato e altri, meno importanti, che ho conosciuto o incontrato.
Per questo viaggio della "memoria" ho rovistato tra le carte, i registri e le deliberazioni dell'ospedale depositati e splendidamente conservati presso l'Archivio di Stato; ho consultato altri documenti presso l'Archivio Storico del Comune di Asti; letto raccolte di giornali nazionali e locali e molti testi presso la Biblioteca Consorziale Astese; ho intervistato colleghi e amici e, tra questi, il professor Carlo Currado, che ha attraversato e superato l'intero secolo dal 1902 al 2006, testimone e protagonista non solo della sanità e della medicina, ma di molte altre vicende della città e della sua provincia.
Alcuni fatti ed eventi li debbo alla mia memoria e alla mia abitudine maniacale di prendere appunti e raccogliere carte e documenti. Infine, molte cose ho appreso da chi, in passato o più recentemente, ha scritto di quei tempi appena trascorsi.
Purtroppo la raccolta dei documenti e delle deliberazioni dell'ospedale è incompleta per cause amministrative dovute al passaggio degli ospedali alle Unità Sanitarie Locali e, più tardi, alle Aziende Sanitarie che hanno abolito i Consigli di amministrazione di ogni
singolo ospedale. Mancano i documenti degli ultimi dieci, quindici anni perché non sarebbe corretto rendere di pubblico dominio notizie e documenti troppo recenti.
Ho ripercorso l'affascinante storia dell'Ospedale Santa Maria Scala Coeli: per non dimenticarla, ripassiamola, brevemente, insieme. Sarebbe ingiusto guardare avanti senza considerare il passato.
INDICE

Premessa
L'ospedale di Santa Maria Scala Coeli

1900-1910
1910-1920
1920-1930
1930-1940
1940-1950
1950-1960
1960-1970
1970-1980
1980-1990
1990-2000

E domani?

Le fonti

Bibliografia


 


Aris D'Anelli

ASTINOVECENTO

editore PLATANO
edizione 2006
pagine 220
formato 17x24
brossura con sovracoperta colori
tempo medio evasione ordine
ESAURITO

18.00 €
18.00 €

ISBN :
EAN :

 
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