Dalla
prefazione di Danilo Manera:
Cuba è davvero un po' come queste auto. Probabilmente è
difficile trovare un immagine simbolica più calzante per l'isola
che annusa il nuovo millennio, stremata da un decennio di gravi difficoltà.
Adagio ma non troppo, i macchinoni americani degli anni Trenta, Quaranta
e Cinquanta percorrono le vie dell'Avana, di Santiago, di Camaguey, di
ogni città o borgata del lungo caimano verde.
A mantenerli in vita e addirittura in efficenza ci ha pensato la versatile
destrezza dei meccanici creoli, capaci di ricavare un pezzo di ricambio
ormai inesistente anche da una lavatrice, da un trattore, da una nave
in demolizione, o di adattare parti di altre vetture delle più
disparate provenienze. Così si vedono stranissimi ibridi, autentiche
chimere da bestiario automobilistico accanto a esemplari di razza, religiosamente
conservati puri con perfezionismo da collezionista.
Negli anni Settanta e Ottanta finirono in disparte, con l'arrivo dei bastimenti
di berline sovietiche, e Cuba si riempì di nuove forme semoventi:
la matematica e tetragona essenzialità delle Lada, il disegno distratto
e anonimo delle Moscovich. Restano ancora adesso, numerose, uno dei pochi
regali dell'Est europeo che siano garbati ai cubani. Ma non si notano
quasi più: dai garage sono usciti di nuovo i pachidermi che vantano
oltre mezzo secolo di vita, con il loro profilo curvilineo, le loro sinuosità
da diva, i loro paraurti sontuosi, le loro ammaccature portate con aristocratica
sufficienza.
Dentro c'è un microcosmo familiare: piccoli ventilatori, immaginette
di santi dei culti afroantillani, slogan rivoluzionari, sedili di pelle
coperti di plastica con scritte pubblicitarie straniere e sedili di plastica
coperti di finta pelle di leopardo. I cubani ci trasportano scolaresche
intere, cassette di fruttae ortaggi o varie generazioni di congiunti.
Le usano per sposarsi, per andare in spiaggia, per ubriacarsi, per fare
l'amore. Parecchie sono diventate taxi per turisti. Un solo elemento è
costante di ogni impiego: la musica a tutto volume, salsa o bolero che
sia, scatanata o malinconica. State pur sicuri che una radio rabberciata
in qualunque modo e uno stereo spedito dal cugino emigrato a Miami si
sgola dal cruscotto della Chevrolet, a tutti i costi a tutte le ore.
[..]
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Un
giorno l'embargo finirà: e questa gente
orgogliosa e vitale dovrà lottare per restare come ora, generosa
d'un sorriso.
Buena Suerte, Cuba!
Someday this embargo will end: and these proud and lifelike people will
fight to be always great-hearted and smiling like now.
Buena Suerte, Cuba!
Un dia el embargo acabara: y esta gente orgullosa y vital tendra que luchar
para seguir siendo como ahora, generosa de una sonrisa.
Buena Suerte, Cuba!
Un jour il n'y aura plus d'embargo: et ces gens orgueilleux et pleins de
vie auront à lutter pour restercomme maintenant généreux
d'un sourire.
Buena Suerte, Cuba!
Irgendwann wird auch das Embargo zu Ende sein und es bleibt zu hoffen, dab
diesem stolzen und lebensfrohen Volk nicht das frohliche Lachen abhanden
kommt.
Buena Suerte, Cuba! |
Luigi Bortoluzzi
AUTOS DE CUBA
editore GRIBAUDO
edizione 2001
pagine 140
formato 24x21,5
cartonato con sovracoperta colori
tempo medio evasione ordine ESAURITO
11.95 €
11.95 €
ISBN : 88-8058-174-0
EAN : 9788880581741
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