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BARRIERA DI NIZZA-MILLEFONTI
Dalle Molinette a Italia 61 e al Lingotto
Nessuno avrebbe scommesso su cascine dove si accumulavano i rifiuti della città e su magazzini che raccoglievano i cavalli morti nelle battaglie del Risorgimento per trasformarli in concime. Eppure la barriera di Nizza-Millefonti si è mutata in pochi decenni nel quartiere operaio che ha deciso il destino della città. Da piccole fabbriche di saponi e ombrelli, il quartiere è approdato a giganti come l'ospedale delle Molinette, la Fiat Lingotto, La Riv, lo smistamento ferroviario. Scomparsi i pescatori del Po e i lavandai di Millefonti, a metà Novecento sono spuntate intere vie di palazzi, con il Museo dell'automobile e la città magica di Italia 61. Il trenino per Saluzzo e il tram a cavalli sono stati rimpiazzati dalla monorotaia - ormai un fantasma - e dalla metropolitana, mentre le cascine di Tetti Fré e dell'Osterietta hanno lasciato il passo alle architetture di Renzo Piano. Il quartiere, oggi non più soltanto operaio, si avvia verso un futuro dall'oroscopo imprevedibile. Il libro ci aiuta a percorrere Nizza-Millefonti con testimonianze, cronache, schede storiche e 470 immagini.

PREFAZIONE

Non so dove fosse Joseph Conrad il giorno dell'inaugurazione dell'officina Fiat in zprso Dante 35, il 19 marzo 1900 - a casa sua in Inghilterra, con tutta probabilità - ma so cosa stava facendo: stava scrivendo Lord Jim, romanzo che avrebbe pubblicato a puntate sul "Blackwood's Magazine" per il resto dell'anno. Ernest Hemingway, invece, era nato da pochi mesi, e quando, nel 1920, seguendo i progetti di Giacomo Matté Trucco, i carpentieri che stavano lavorando alla nuova fabbrica fordista della Fiat abbattevano la cappella del Giairino, in borgata Millefonti, per fare spazio al reparto presse del Lingotto, il futuro premio Nobel per la letteratura eniva assunto presso la redazione del quotidiano canadese "Toronto Star", iniziando così una collaborazione che sarebbe andata avanti per diversi anni (nel frattempo, ma con scarso successo, cercava di farsi pubblicare i primi racconti). Tre anni dopo, mentre Vittorio Emanuele III inaugurava il futuristico complesso Fiat, ltalo Svevo pubblicava La coscienza di Zeno. Calvino, Fenoglio e Pavese scrissero i loro libri mentre gli operai entravano e uscivano dalla fabbrica, percorrendo via Nizza in bicicletta, fermandosi a comprare il pane e a farsi risuolare le scar-pe; almeno uno di quegli scrittori - purtroppo solo uno di loro, Italo Calvino - continuò a scrivere mentre, gradualmente, la produzione veniva spostata a Mirafiori. Nel 1982, l'anno della definitiva chiusura del Lingotto - e della vittoria mondiale in Spagna, detto così, tanto per dire - mentre gli architetti presentavano i loro progetti sul recupero della zona industriale e ferveva il dibattito, Primo Levi vinceva il premio Campiello e il premio Viareggio con Se non ora, quando? e Gabriel Garcia Marquez era insignito del Nobel per la letteratura.
Ecco.
lo nel frattempo - nel 1982 - avevo dieci anni. Non sapevo di abitare nella stessa città di autori che avrei, anni dopo, amato. Non sapevo che Renzo Piano avrebbe ristrutturato il Lingotto. Non sapevo che i padiglioni del reparto presse avrebbero ospitato il Salone del Libro - che peraltro nel 1982 non esisteva ancora: la prima edizione è di sei anni più tardi. E non sapevo che io, con il reparto presse - o per meglio dire con il Salone del Libro, con il dedalo di pubblicazioni di cui si compone, con la complessa, ma entusiasmante realtà del mondo editoriale che lo anima ogni anno - avrei intrecciato la mia vita in modo significativo. Tutto questo non lo sapevo. Ma l'evoluzione di una città e di chi abita i suoi spazi, di chi vive le proprie esistenze nei suoi palazzi, di chi cammina per le sue strade o si riposa sulle sue panchine, be', l'evoluzione di una città è avvincente per questo: perché è soltanto in parte, in piccolissima parte, prevedibile. E anche la capacità profetica dei più affermati urbanisti si scontra con l'inafferrabilità di un organismo vivente - perché la città è un organismo vivente - in costante mutazione.
[..]

INDICE

Prefazione di Fabio Geda

Morte di un cacciatore
Imperatori, maiali e leoni - Nasce la barriera di Nizza - Cascine, bealere e ancora maiali

Le Molinette
Lanza: candele, saponi, profumi e automobili - L'ospedale delle Molinette - Le verdure di Francesco Cirio - I ponti sul Po e l'isola scomparsa

I plandron e le ligere di piazza Carducci

Dalle aule del San Michele alla Scuola Radio Elettra
L'Istituto San Michele - Il vicolo di via Abegg - La Balilla nera di madama Morin - La Vif Vitaloni - Le tre generazioni di via Stellone - La Scuola Radio Elettra

Da piazza Carducci alla ferrovia
La Rapid di Giovanni Battista Ceirano - La Riv - Ombrelli e legnami tra via Nizza e via Bizzozzero - Odori e profumi di strade - La città dei treni

Corso Spezia, Tetti Fré e un po' oltre
"Punt e mes" di Antonio Benedetto Carpano - Vittorino de' Rambaldoni da Feltre, maestro - Tetti Fré - Sotto la protezione di San Giuseppe, falegname - Santa Monica, la parrocchia più giovane - Le tende degli scout in corso Spezia - Il segreto di Piero - La scuola "Enrico Fermi" e il "Carlo Marx" - Gli ospedali - Le case bulgare

I bachi da seta della "Vittorino'' Nell'orto - Fuga e ritorno

Barriera, tiro in porta, rete
I primi circoli sportivi - Calcio d'inizio - Secondo tempo - Finale di partita - Dal "Nizza" al "Pertusa"

Fantasmi a Millefonti
La gente della cascina Rissone - Il Museo dell'automobile - Dalle baracche di corso Polonia all'Orsa Maggiore - Italia 61 - Decadenza e rinascita - La scuola media "Amedeo Peyron"

La Fiat Lingotto: nascita di un mastodonte

Una gita da re - Sulle rampe fino al cielo - Trasloco a Mirafiori

Dall'Osterietta a piazza Bengasi
La cappella del Giairino e le due chiese dell'Assunta - I saponi Labrador e le magnolie di via Nizza - Dal solfato di chinina alle carogne dei cavalli - La Fornara: pomi di ottone e reti di metallo - I sabbionari - "La bella lavanderina" - Piazza Bengasi - Arte in trattoria

"Rosso un fiore in petto ci è fiorito"
La rivolta del pane del 1917 - La strage del 18 dicembre 1922
- Villa
Robilant - Il circolo "Carlo Marx" - Una cena calda per Gildo

Donne in barriera

La medaglia d'oro di nonna Vincenza Mantelli - Viaggio di nozze in via Vigliani - Cannoli siciliani a Millefonti

Cavalli, cavalli vapore, metropolitana
Il trenino di Saluzzo - Cavalli belgi e tram municipali - Benzofilo-bus, filobus, bus - Le riforme del 1966 e del 1982 - La metropolitana

Un oroscopo impossibile


Bibliografia





Stefano Garzaro - Angelo Nascimbene

BARRIERA DI NIZZA-MILLEFONTI TORINO

editore GRAPHOT
edizione 2010
pagine 272
formato 17x24
brossura
tempo medio evasione ordine
2 giorni

20.00 €
15.00 €

ISBN : 978-88-89509-98-2
EAN : 9788889509982

 
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