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BENEDETTO ALFIERI
L'opera astigiana
PRESENTAZIONE

Il volume è il risultato del lavoro, orientato su più fronti, che la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architattonici del Piemonte, in collaborazione con l'Amministrazione locale, sta conducendo da alcuni anni nella città di Asti.
Si tratta di un impegno, nel campo della ricerca e insieme della didattica, svolto a fianco e a supporto del compito istituzionale di tutela degli edifici di interesse storico e artistico.
Elemento catalizzatore è stata la figura di Benedetto Alfieri e ci si è proposti di ricostruire e rappresentare gli influssi che la società astigiana della prima metà del '700 ha esercitato sul suo concittadino, divenuto nel 1739 "Primo Architetto" di Carlo Emanuele III, succedendo, nella carica e negli impegni, a Filippo Juvara.
Parallelamente sono state lette le trasformazioni che su quell'ambiente ha portato il nostro architetto, con la sua attività di amministratore (fu consigliere e poi sindaco dal 1726 al 1730) e con le opere progettate e realizzate nel primo periodo di attività, quando - giovane e pressochè sconosciuto - risiedeva in Asti e successivamente quando - pur vivendo a Torino preso dagli incarichi di corte - restò disponibile alle richieste della committenza astigiana.
La sollecitazione a operare in questa direzione è venuta dall'Assessorato per la cultura del Comune, da anni impegnato in una attenra opera di tutela e valorizzazione delle testimonianze sei e settecentesche della cultura astigiana, impegno già concretizzatosi nell'importante mostra su Giuseppe Maria Bonzanigo del 1989.
Il trasferimento dell'interesse all'architettura e alla città ha trovato un interlocutore particolarmente interessato nella Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici, per l'intrinseco interesse del tema proposto per la ricerca e per l'opportunità che esso offriva di portare l'attenzione su a alcuni problemi che caratterizzano l'attuale dibattito sulla tutela e il restauro.
L'esperienza alfieriana, così come si configura nel fondamentale studio di Amedeo Bellini, da cui il nostro lavoro ha preso le mosse e tratto le indicazioni metodologiche, è caratterizzata da una complessità di elementi - la ricerca tipologica, l'incisività del linguaggio, la capacità di interpretare le istanze del potere e della committenza, l'attenzione al rapporto tra gli edifici e la città, ma anche ai materiali, alle tecniche costruttive, all'organizzazione del cantiere - a dimostrare come l'architettura sia custode e portatrice di una complessità di valori di cui occorre tenere conto nei restauri e nelle ristrutturazioni.
La tendenza comune - anche se sembra superata la politica dell'abbandono e delle sostituzioni, che ha caratterizzato l'intervento nei centri storici negli scorsi decenni - resta comunque quella di attribuire importanza ai soli aspetti di immagine: non si riconoscono infatti le caratteristiche tipologiche e, ancor meno, il valore ed economico dei materiali e delle tecniche tradizionali.
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SOMMARIO

V. Villani:
Il Museo Archeologico di Asti: cenni di inquadramento storico generale

G. Kannès:
Accentramento ed iniziative locali: le origini delle collezioni astigiane nel contesto dei musei italiani tra Ottocento e primo Novecento

A. Crosetto:
"Di alcuni oggetti antichi..." il notaio Maggiora Vergano ed i vetri della sua collezione

E. Zanda:
Vetri romani dalle necropoli di Asti

D. Lissia:
Catalogo della collezione dei vetri del Museo di Asti: introduzione

Vetri romani e alto medievali (schede)
Patere
Bicchieri
Coppe
Lagoenae
Olle
Unguentari olliformi
Bottiglie ansate
Bottiglie
Unguentari
Bastoncini in vetro pieno
Piedi di varie forme

Vetri post-medievali (schede)
Steli di calici
Cammei

Concordanze

Bibliografia


 


a cura di Mirella Macera

BENEDETTO ALFIERI

editore COMUNE DI ASTI
edizione 1992
pagine 586
formato 21,5x22
brossura
tempo medio evasione ordine
5 giorni

55.00 €
55.00 €

ISBN :
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