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CAMPIONI DI COLLINA
Protagonisti del Tamburello a muro nel Monferrato
Campioni di collina. Campioni di un altro sport, lo sport di un altro mondo. Lo sport autentico che sa ancora essere anche gioco-incontro confronto perfino festa, ma soprattutto sfida da vincere ad ogni costo, per il gusto autentico e impagabile di poter dire: siamo più forti di voi. E basta.
Questo libro è tante cose insieme. Ma è soprattutto testimonianza, documento irripetibile, finestra su un mondo, su un certo Monferrato che non ha avuto i cantori di Langa che ne hanno creato il mito, anche grazie ai rimbalzi di un pallone su muri sbrecciati.
È tante cose insieme. Così tante che per spiegarle ci vorrebbero tante, ma proprio tante parole, forse persino troppe. E troppe parole, nei nostri paesi, non sono andate mai bene.
Così, insieme, abbiamo deciso di lasciar parlare le immagini. Contano poco i nomi, le date, i punteggi. Valgono ben di più le atmosfere, i segni di un tempo d'incontro tra vecchie case che Beppe Prosio, con occhio di cronista, ma sensibilità d'autore, ha saputo fissare per sempre, a memoria di un ieri che è già storia, nel segno lasciato da giocatori e semplici amici ora lontani da noi e nel ricordo di un modo d'essere su queste colline che, mentre attorno tutto cambiava in velocità, era già passato in quegli anni Settanta che ci appaiono così remoti, eppure sono soltanto ieri.
Discreto e sottovoce, trent'anni da un bastione all'altro a fissare la memoria di un modo di stare insieme tra gioco e sport che ora, oltre la cronaca, assume il valore di documento, pagina di costume, tassello pittoresco di un grande amarcord monferrino: eccolo in azione. Fissa sensazioni a Grazzano Badoglio, atmosfere a Moncalvo, situazioni, volti a Portacomaro. E poi Vignale Monferrato, Calliano, Grana, Castell'Alfero, Rocca d'Arazzo, Montechiaro, Montemagno, San Giorgio Monferrato.
Totali e dettagli, volti e slanci nell'azione di gioco che rivisti insieme, anni dopo, diventano racconto, restituiscono emozioni a chi sa leggere un'immagine con le antenne del cuore che vanno a pescare nel profondo segni, umori, gioie o rabbie ingoiate a fatica in un pomeriggio remoto che si poteva supporre cancellato, eppure riaffiora e restituisce grida e colori, caldo e tensione, sole e maccaia d'agosto, perfino gli odori di tanti tramonti infuocati all'ultimo quindici sul pari quaranta.
Tutto si ricompone nella magia dei chiaroscuri. E il bastione è lì, testimone silenzioso di secoli trascorsi sempre uguali,fino agli anni in cui sono tornati a rimbombare i tamburelli di Pentore e Carlinu, Franco Colosso e "Canunat", Ponzone e Uva e naturalmente Mara. La generazione prima di "Cerot" e di tutti quelli che ci racconta Beppe Prosio nelle sue foto, quella riportata in campo dal mitico dottor Bonasso di Murisengo, rifondatore del tamburello monferrino.
Poi è cambiato tutto, come in una macchina del tempo. Ed ora, davvero pochi anni dopo, ci sembrano lontane anni luce certe foto.
Il documento che questo libro propone si riferisce ad una sorta di seconda generazione del Tamburello a muro del Novecento in Monferrato. La rinascita, o forse meglio ancora, l'affermazione del tamburello come sport nel Monferrato risale infatti alla metà degli anni Sessanta, quando il movimento riparte da Murisengo e dilaga in Valle Cerrina e poi in alcuni paesi dell'Astigiano, richiamando a casa i protagonisti degli anni dell'immediato dopoguerra, quei pochi giocatori entrati nel giro del Gruppo Sportivo Fiat e quelli che avevano ormai abbandonato l'attività o l'avevano ridotta, in molti casi, a qualche isolata partita nel giorno della festa patronale.
Con il ritrovato entusiasmo locale, sui "giochi del pallone" all'ombra di quei muraglioni che coloro che avevano studiato chiamavano "Sferisteri", alcuni paesi, privi di tradizione, scoprono il "campo libero" d'importazione lombardo-veneta.
Tra le colline gli echi del miracolo italiano arrivano attutiti. Ma c'è già chi ritorna con un po' di successo e guarda ad orizzonti più aperti. Il campione di casa non basta più. Nel vocabolario spunta la parola "sponsor" fino ad allora sconosciuta ai più e comincia la corsa all'ingaggio di quella particolare genia di "stranieri" che parla mantovano, veronese o trentino. Al Lago di Codana nasce perfino un "fronton" per la pelota basca.
Gran maestro, regista in campo e fuori, di una stagione ricca di personaggi ancora in cerca d'autore che ne canti le gesta, il grande Mara, Marino Marzocchi: per capirci l'Augusto Manzo del tamburello.
Poi arrivano i trionfi tricolore del Castell'Alfero e del Viarigi: Campioni d'Italia. E nel giro dei grandi non c'è più posto per i bastioni. Per molti il tamburello giocato con l'appoggio del muro è roba da buttare. Punto. Tra gioco e sport, tradizione e modernità, vincono le logiche calcistiche.
Ma la voglia di far vivere comunque le antiche piazze degradate di botto, d'estate, a parcheggi infuocati è tanta.
[..]

Carlo Cerrato
 



Giuseppe Prosio - Carlo Cerrato

CAMPIONI DI COLLINA

editore DANIELA PIAZZA
edizione 2006
pagine 144
formato 22x22
copertina plastificata con alette
tempo medio evasione ordine
2 giorni

15.00 €
11.90 €

ISBN : 88-7889-185-1
EAN : 9788878891852

 
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