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I CANTARI DEL DANESE
Edizione critica con introduzione, note al testo e glossario
Nella Firenze dei secoli XIV e XV, i Cantari del Danese rappresentano il risultato di un luogo percorso che, attraverso l'epica francese e quella franco-italiana, porta al genere canterino, erede di questa ricca tradizione e insieme specchio del suo tempo.
Composta in uno stile sapido e di forte espressività, tutto giocato nel livello basso, ma capace anche di qualche brano di un certo lirismo, l'opera è degna di attenzione se non per l'originalità della trama, quanto meno come veicolo di informazioni e di motivi poi recepiti da generi più elevati. Da non sottovalutare, inoltre, il suo interesse linguistico e lessicografico. L'edizione, di fronte a una situazione testuale assolutamente instabile, è condotta su di uno solo manoscritto di probabile datazione tardo-quattrocentesca. Questa prassi, in apparenza meno "scientifica", è motivata dalla tradizione "eminentemente artigiana" del genere dei cantari, dove " [...] il testo, il documento finisce per contare soprattutto per se stesso" (Domenico De Robertis).

Degli eroi dell'epoca francese, Ogier le Danois, o Uggeri il Danese, non è fra i più noti al pubblico colto. Eppure già nella Chanson de Roland è un personaggio eminente: se non figura fra i dodici Pari che cadono a Roncisvalle, è però ancora a fianco di Carlo Magno nel grandioso scontro finale con l'emiro di Babilonia. Meglio ancora, è protagonista di una delle più belle canzoni della cosiddetta "gesta dei vassalli ribelli": vittima di un'ingiustizia da parte di Carlo Magno, lo combatte con disperato eroismo, prima di giungere alla rinconciliazione finale. Se passiamo ai grandi poemi di Pulci, Boiardo, Ariosto, lo troviamo spesso presente (per accertarsene basta scorrere gli indici dei nomi), ma sempre mescolato agli altri paladini, senza che mai gli venga attribuito un ruolo di primo piano. Era dunque un personaggio ben conosciuto, la cui notevole fortuna rimase però confinata in Italia ai cantari popolareggianti in ottava rima: dopo l'incunabolo del 1480, i Cantari del Danese conobbero ancora nella prima metà del Cinquecento diverse edizioni a stampa ma non riuscirono a ottenere l'attenzione dei dotti.
Ancora oggi, del resto, la letteratura canterina in generale trova uno spazio assai limitato nelle storie letterarie; e tuttavia fin dai primi del Novecento i filologi ne avviarono il recupero. Fondamentale fu la comparsa, nel 1939-40, dell'edizione critica del cantare più famoso, la Spagna in rima, a cura di Michele Catalano, allievo di Pio Rejna, presso la Commissione per i testi in lingua di Bologna.
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INDICE GENERALE

Introduzione

Capitolo I
1. Il Danese: il personaggio e la tradizione
2. Descrizione dei testimoni
3. Rapporti tra i testimoni e loro classificazione

Capitolo II: Analisi linguistica del manoscritto M
Fonetica
Morfosintassi

Capitolo III: Note sulla grafia di M e criteri di edizione

Capitolo IV: Riassunto dei Cantari

Bibliografia

Cantari del Danese

Cantare I
Cantare II
Cantare III
Cantare IV
Cantare V
Cantare VI
Cantare VII
Cantare VIII
Cantare IX
Cantare X
Cantare XI
Cantare XII
Cantare XIII
Cantare XIV
Cantare XV
Cantare XVI
Cantare XVII

Appendice
Edizione del frammento Palatino

Indice dei nomi propri e dei toponimi

Glossario





a cura di Sara Furlati

I CANTARI DEL DANESE

editore DELL'ORSO
edizione 2003
pagine 496
formato 17x24
brossura
tempo medio evasione ordine
ESAURITO

31.00 €
31.00 €

ISBN : 88-7694-559-8
EAN :

 
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