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COTTOLENGO
Santi non si nasce, si diventa
La vita di Giuseppe Benedetto Cottolengo (Bra, 1786 - Torino, 1842) è un'avventura. Leggendo questa rigorosa ricostruzione storica, scritta sulla base di documenti originali, non si può non rimanere affascinati da quanto un sol uomo sia riuscito a realizzare dal nulla.
Senza un soldo in tasca, confidando soltanto nella carità dei benefattori, Cottolengo accolse e aiutò migliaia di individui emarginati dal sistema sociale e promosse opere assistenziali diffuse in tutto il mondo. Il suo messaggio alla società di oggi è forte: dice che esiste un «altro mondo» sulla Terra, dove l'essere umano ha un valore assoluto e intangibile, anche se non è bello, efficiente, sano. Dove la persona è amata solo perché esiste, e non per quello che produce o realizza.


PREFAZIONE

È stato visto come l'antitesi vivente di Hitler, l'incarnazione di tutto ciò che il nazismo - e le sue sottili, subdole propaggini attuali - negava. È stato giudicato così non da scrittori bigotti o da apologeti interessati, ma ne ha scritto in questi termini un filosofo laico, Alberto Caracciolo, nella sua opera Nichilismo ed etica.
Antonio Gramscí parlò e scrisse di lui con ammirazione esplicita, quasi con accenti affettuosi, che possono apparire in certa misura sorprendenti in un uomo dalla tempra tanto impastata di rigore. Per il fondatore del Partito Comunista Italiano il prete torinese (ma originario di Bra) era un uomo di cui non si potevano non riconoscere «i meriti grandi» e «le sue virtù», una persona che «aveva espresso íl massimo dell'amore e della pietà umana». Eppure sembra enorme il décalage culturale e temporale fra tutti questi elementi.
Giuseppe Benedetto Cottolengo nasce nel 1786, tre anni prima che esploda la Rivoluzione francese, a Bra, una cittadina a cavallo fra le Langhe e il Monferrato, in una famiglia della media borghesia, che vantava una certa antichità di lignaggio, pur senza quarti di nobiltà. Non nobile, dunque, come invece avrebbe poi voluto una certa vox populi; ma, a differenza per esempio di Don Bosco, Giuseppe Benedetto non ha conosciuto povertà, fame, umiliazioni, né nella sua infanzia né più tardi, quando decide di abbracciare la carriera ecclesiastica.
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SOMMARIO

Prefazione, di Marco Tosatti

CAPITOLO PRIMO
LA FORMAZIONE CULTURALE E MORALE DI GIUSEPPE BENEDETTO COTTOLENGO

CAPITOLO SECONDO
L'OSPEDALETTO DELLA VOLTA ROSSA

CAPITOLO TERZO
LA FONDAZIONE DELLA PICCOLA CASA DELLA DIVINA PROVVIDENZA

CAPITOLO QUARTO
LA PICCOLA CASA SI ESPANDE

CAPITOLO QUINTO
LE SUORE VINCENZINE NEGLI OSPEDALI E NELLE SCUOLE DEL PIEMONTE

CAPITOLO SESTO
IL CAVALIER GIUSEPPE COTTOLENGO PROTAGONISTA DEL SUO TEMPO

CAPITOLO SETTIMO
LA CRISI ECONOMICA DELLA PICCOLA CASA E LA DIVINA PROVVIDENZA

CAPITOLO OTTAVO
IL CANONICO COTTOLENGO NELLA CHIESA TORINESE

CAPITOLO NONO
L'EREDITA DI UN SANTO

CAPITOLO DECIMO
LA PICCOLA CASA DOPO COTTOLENGO

Note

Cronologia essenziale

Appendice

Bibliografia

Indice dei nomi




Giovanna Bergoglio

COTTOLENGO

editore CAPRICORNO
edizione 2011
pagine 182
formato 12x19,5
cartonato
tempo medio evasione ordine
2 giorni

8.90 €
7.60 €

ISBN : 978-88-7707-062-3
EAN : 9788877070623

 
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