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MASSIMO D'AZEGLIO - EPISTOLARIO
VII - (19 settembre 1851 - 4 novembre 1852)
All'indomani della morte di Massimo d'Azeglio (1866), la pubblicazione delle sue lettere apparve come un'impresa da avviare senza indugio. La figlia Alessandrina ne cominciò la raccolta, ma le difficoltà, forse accresciute dalle polemiche nate sia negli ambienti intellettuali e politici che in quello familiare, fecero sì che tra il 1867 e il 1915 non si riuscisse a realizzare - oltre all'antologia pubblicata dal genero Matteo Ricci negli Scritti postumi dell'Azeglio - che alcune raccolte parziali dí lettere a Eugène Rendu, a Luisa Blondel, a Roberto e a Emanuele d'Azeglio, a Diomede Pantaleoni; né le varie pubblicazioni successive apparse in tempi diversi hanno certo colmato le molte e lamentate lacune.
Oltre 5000 lettere finora acquisite (di cui un terzo inedite) e indirizzate a 400 destinatari costituiscono il corpus dell'Epistolario, offerto in una edizione filologicamente corretta, prevista in almeno 10 volumi. Oltre ai grossi fondi archivistici di Roma, di Milano, di Torino, di Saluzzo, di Porli, di Ravenna e di Livorno vi confluiscono gli autografi provenienti da tutte le altre sedi che è stato possibile interrogare cercando di porre fine, almeno in gran parte, alla "diaspora" lamentata da tutti gli studiosi di Massimo d'Azeglio.
Ad opera ultimata, la conoscenza dell'azione e del pensiero dello Statista ne uscirà più completa ed esatta. La personalità dell'Azeglio (politico, uomo di mondo, scrittore, pittore, viaggiatore) ne risulterà incontestabilmente approfondita, illustrata anche negli aspetti più sottilmente e psicologicamente legati all'uomo tout court.
Questa edizione fa dunque intera luce sull'ampio giro di relazioni che l'Azeglio intrattenne con corrispondenti vari, con amici e con familiari. Anche i contorni esatti dell'uomo reale si compongono in una fisionomia più varia e sfaccettata. I suoi giudizi privati, le sue idiosincrasie, i suoi movimenti d'umore, l'espressione spontanea dei suoi sentimenti sono stati infatti molte volte devotamente o cautamente edulcorati da zelanti curatori, affinché l'immagine del "cavaliere della prima passione nazionale" si discostasse il meno possibile dal modello dell'agiografia risorgimentale.
Carteggiando l'Azeglio scriveva come parlava ed era per lo meno trilingue se abbiamo di lui lettere in italiano, in francese e in piemontese. Il milanese gli era inoltre diventato più che familiare e non di rado coloriva la propria favella con idiotismi romani. Vivo esempio di una comunità plurilingue, questa diversità si esprime spontaneamente nella sua varietà e ricchezza, ed era dunque indispensabile che la sua corrispondenza venisse finalmente restituita all'autentica versione originale.
L'Azeglio si voleva "pitor éd mésté" e l'attenzione rivolta dalla critica alla sua opera pittorica e grafica è oggi più che mai vivace. Gli storici dell'arte non hanno avuto finora disponibile per i loro studi se non il testo dei Ricordi e qualche frammento della corrispondenza. Le lettere del primo periodo romano (1819-1829) e del periodo milanese (1831-1844), durante i quali l'attività dell'Azeglio è quasi esclusivamente letteraria e anistica, erano fino ad oggi per la maggior parte inedite.
Alle molte lacune e alle vecchie imperfezioni hanno posto rimedio, per il periodo che va dal 1819 al novembre 1852 i primi sette volumi usciti finora, che possono essere messi subito a disposizione di chi voglia sottoscrivere l'opera intera. Alle imperfezioni e lacune restanti attenderanno i volumi successivi che saranno via via pubblicati in un arco di tempo ragionevolmente breve.
Questo VII volume contiene 312 lettere, di cui circa 140 inedite, e un Regesto di 333 lettere di corrispondenti (19 settembre 1851- 4 novembre 1852) e completa il periodo ministeriale dell'Azeglio (8 maggio 1849 - 4 novembre 1852). L'insieme dei volumi V, VI, VII costituisce la documentazione ormai insostituibile per lo studio del Ministero d'Azeglio e dei momenti emblematici di esso: la Pace di Milano, il Proclama di Moncalieri, le Leggi Siccardi, l'ascesa al potere di Cavour.
L'Epistolario azegliano, frutto di un'imponente mole di lavoro, è curato da Georges Virlogeux, italianisant dell'Università di Aix-en-Provence, che ha censito, raccolto, ordinato, annotato l'intero materiale con filologica acribia e dedizione appassionata.

INTRODUZIONE

Questo volume ricopre l'ultimo periodo del ministero d'Azeglio, dal settembre 1851 quando il presidente del Consiglio, dopo la lunga vacanza estiva a Sestri Ponente, fa ritorno a Torino, fino al 4 novembre 1852, in cui egli cede il potere a Cavour. Gli avvenimenti di maggior spicco che scandiscono questo lasso di tempo sono, nel febbraio 1857, la prima manifestazione del cosiddetto connubio tra il centro destro e il centro sinistro e la crisi di governo che, dopo l'elezione di Rattazzi a presidente della Camera nel maggio 1852, porta alla costituzione del secondo ministero d'Azeglio e all'eclissi dí Cavour. Quanto a percorsi personali, oltre l'entrata in scena di Rattazzi, si assiste all'evizione di alcuni ministri come De Foresta e Galvagno, dí diplomatici come Ippolito Spinola, all'elezione di Carlo Boncompagni a vice-presidente della Camera, alla morte di Pier Dionigi Pinelli e di Cesare Balbo. Sul piano legislativo, l'adozione della legge sulla stampa, connessa con la formazione del connubio, i trattati di commercio con l'Austria e con la Francia, la legge sulle fortificazioni di Casale, quelle sulla strada ferrata Torino-Susa, sull'imposta mobiliare e infine quella, alla quale il ministero d'Azeglio non sopravvive, sul matrimonio civile, il cui iter, già iniziato nel 1850, non si estingue con il periodo considerato.
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INDICE GENERALE

Introduzione

Regesto dei luoghi in cui si conservano i manoscritti autografi delle lettere azegliane

Abbreviazioni bibliografiche

Abbreviazioni archivistiche

Avvertenza

Lettere

Regesto delle lettere di vari corrispondenti a Massimo d'Azeglio e ad altri

Indice delle lettere
- Per ordine cronologico
- Per destinatario

Indice del Regesto delle lettere di vari corrispondenti a Massimo d'Azeglio e ad altri

Indice dei nomi di luogo

Indice dei nomi di persona, delle principali opere citate e dei personaggi

Indice generale




a cura di Georges Virlogeux

MASSIMO D'AZEGLIO - EPISTOLARIO (1819-1866) - VII

editore CENTRO STUDI PIEMONTESI
edizione 2010
pagine 492
formato 18x25
rilegato con sovracoperta in b/n
tempo medio evasione ordine
2 giorni

36.00 €
32.40 €

ISBN : 978-88-8262-154-4
EAN : 9788882621544

 
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