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DIZIONARIO DELLA PORNOGRAFIA
Un evento editoriale, in prima traduzione italiana.

«Un percorso ampio che parte dalle parole, conduce in luoghi diversi, ricorda autori e testi, riporta a personaggi della storia e della letteratura» (Corriere della Sera).

«Il merito dell'opera sta proprio nel permettere al lettore di non cadere in un manicheismo rozzo, pro o contro la pornografia, oggetto inafferrabile come pochi» (Le Monde).

«Il dizionario oggettivizza, classifica le parti del corpo, le situazioni, le parole o gli oggetti che trasformano la sessualità nuda e cruda in pornografia, l'istinto animalesco in desiderio intellettuale» (El Pais).

Si può spiegare che cos'è la pornografia? È solo una rappresentazione oscena o, come alcuni sostengono, una forma d'arte? Una perversione o la messa in scena di un sapere che affonda le sue radici nelle pulsioni originarie dell'umano? Considerata spesso un crimine, uno strumento di violenza nei confronti delle donne, capace, grazie a Internet, di raggiungere un pubblico sempre più vasto e indifferenziato, la pornografia sfugge a una definizione univoca.
Il filosofo Jean-Luc Nancy e la semiologa Julia Kristeva, lo scrittore e drammaturgo Jean-Claude Carrière, lo studioso Ruwen Ogien e la teorica femminista Catharine MacKinnon, Maurice Godelier, Frangois Jullien, David Le Breton e molti altri intellettuali di livello internazionale hanno analizzato tutti i possibili significati della parola «pornografia» per definire il mondo che le gira intorno. Oltre 100 autori, 450 voci, 600 pagine: un'opera colta e originale, mai tentata prima, che mette insieme prospettive differenti facendo dialogare tra loro storie culturali e artistiche, sociologia, filosofia, politica, antropologia, economia, diritto, psicoanalisi, medicina, geografia.
Da Sade a Pasolini, dalla Bibbia alla Ricerca del tempo perduto, dal barocco alla Body Art, da Psycho a Gola profonda, da Baudelaire a Rocco Siffredi. Definizioni sintetiche, biografie, bibliografie, sitografie. Per dare al lettore la possibilità di un'esplorazione personale dei contenuti declinabile su più livelli.
 
PREFAZIONE

Come per qualsiasi «grafia», i confini della pornografia sono imprecisi. Perché la scrittura, qui come altrove, è limitata da tutta una serie di ostacoli, a cominciare dalla lettura. In effetti, la scrittura si rivolge a chi sa leggere. Ma l'espressione «saper leggere» può avere più significati: c'è chi ripete suoni in maniera meccanica senza cercare di penetrarne il senso, o i sensi, anzi, senza percepirne le risonanze. C'è invece chi, al contrario, vede il senso ovunque e anzi legge fra le righe; chi trova su qualsiasi piano un sottotesto, un paratesto e un ipertesto. Un gioco senza fine.
E la pornografia? Se, in origine, si tratta di un discorso che riguarda la prostituzione, quindi l'amore venale, i rapporti di denaro e il sesso (Restif de La Bretonne usa ancora il termine in questa accezione nel 1769, quando propone un nuovo regolamento per le prostitute), in seguito il significato ha subito una deriva. Oggi significa, più o meno, tutto ciò che, nel discorso sul sesso e la rappresentazione dell'atto sessuale, ci turba, ci offusca, ci spaventa, ci disgusta, ci ferisce persino, e che di conseguenza rifiutiamo e proibiamo. Tutto ciò che turba o spaventa la vista, lo sguardo, o tutte le parole che non riusciamo a tollerare. Ma gli occhi, le orecchie sono solo strumenti al servizio del cervello. La pornografia, quindi, è tutto ciò che turba o spaventa il nostro cervello; detto altrimenti: il nostro pensiero.
La pornografia, quindi, è ciò che preferiamo non vedere e non sentire o, piuttosto, che preferiamo che i nostri figli, i nostri famigliari, i nostri allievi non vedano e non sentano, o ancora tutto ciò che ci piace vedere e sentire – e talvolta mostrare e fare ascoltare –, ma solo in certe circostanze. Si pone così la questione della pornografia privata, della pornografia di coppia, per esempio, che può stancarsi di certe immagini o di certe parole che alla lunga possono apparire ripetitive e alla fine fastidiose, mentre le stesse immagini, le stesse parole, in un'opera letteraria, pittorica o filmica possono essere, a seconda dei casi, eccitanti o, al contrario, insopportabili e subito censurate dalla coppia stessa.
Da questo punto di vista, che Sade definiva quello degli «spiriti superiori», la pornografia sarebbe un privilegio, ciò che noi possiamo vedere e sentire in piena sicurezza, un accesso riservato a un territorio sospetto, un segno di qualità morale (resistenza alla tentazione) e d'intelligenza (nulla di umano ci è estraneo). Entrate, aprite gli occhi e le orecchie, potete sopportarlo.
Questa imprecisione dei confini – che anzi variano a seconda delle culture – e il fatto semplicissimo che la pornografia, passando attraverso l'occhio e l'orecchio, è necessariamente percepita e definita dal pensiero fanno sì che la poniamo qua o là a seconda dell'umore, delle conoscenze, delle pratiche. Così, ci vengono mostrate immagini di ostaggi accecati e dei loro assassini in passamontagna, ma il gesto terribile dello sgozzamento non viene mostrato dai canali televisivi. È osceno (ob-scenus), riservato all'intimità planetaria di Internet. [..]

Jean-Claude Carrière




aa.vv.

DIZIONARIO DELLA PORNOGRAFIA

editore CENTRO SCIENTIFICO
edizione 2006
pagine 582
formato 17x24
legatura olandese
tempo medio evasione ordine
2 giorni

38.00 €
32.30 €

ISBN : 978-88-7640-747-5
EAN : 9788876407475

 
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