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DOPPIO CLIC 2
La memoria fotografica dell'Astigiano
Vecchie e nuove immagini a confronto
La città vecchia cantava una sua canzone

Pippo Sacco ha avuto l'attenzione di mandarmi in anteprima le bozze del suo secondo "Doppio Clic", affascinante prosecuzione del primo che già mi era sembrato molto bello. Mi sembra che anche in questa occasione siano particolarmente apprezzabili le fotografie della città di oggi e
soprattutto la sua ormai per certi versi incredibile capacità di ricercatore di immagini originali della città di una volta. Voglio evitare di farmi prendere dall'inevitabile nostalgia nel vedere e rivedere la mia città, ma ci sono un paio di cose che mi sembrano davvero notevoli e che mi inducono ad alcune brevissime riflessioni. Da qualche parte mi sembra che abbia scritto: Piazza Tal dei Tali "senza automobili": eccola lì la grande differenza visiva tra le immagini antiche e quelle odierne. Tolgono spazio al paesaggio urbano, sontuoso o povero che sia, ingombrano, sono presenze di pessimo gusto. La città "vecchia", c'è poco da fare, cantava una sua canzone ("Di terra, di anima, ecc."). C'è una immagine del '48, l'alluvione, è una foto di un fantastico drammatico taglio: un lato della chiesa di San Paolo, la gente al riparo sulla piccola salita, l'acqua livida, nell'acqua una figura in piedi, un'altra a cavallo, luce umida, buco umido nella città catturata dal fiume. La nostra Asti. Grazie, Pippo.

Paolo Conte
Dal "come eravamo" al "come siamo", una storia che i libri non raccontano

Il fascino e la suggestione che le immagini della Asti di un tempo suscitano ormai da una decina di anni tra i miei concittadini e tra i lettori de La Stampa, continuano a stimolare la mia voglia di ricercare negli archivi, pubblici e privati, il segno dei cambiamenti intervenuti nel corso degli anni - ben più
di un secolo ormai - e le testimonianze della continua evoluzione dei comportamenti, dell'abbigliamento, del modo di vivere e degli aspetti urbanistici del capoluogo e di molti centri della provincia.
Grazie a questa passione che mi porto dentro ormai da quasi cinquant'anni, ho potuto - e posso ancora oggi - continuare a trovare "nuove" immagini del passato, che ho cercato di salvaguardare ed al tempo stesso di valorizzare e far conoscere.
Un patrimonio iconografico ormai considerevole che, al momento ben lontano dall'essere esaurito, riserva continue sorprese che ritengo utile e, perché no anche gratificante, mettere a disposizione dell'interesse e della curiosità dei lettori.
Tutto questo nella speranza che proprio loro possano essere invogliati ad approfondire la ricerca, andando magari a "scavare" tra ricordi di famiglia o altri "giacimenti" dimenticati, al fine di ampliare ulteriormente la conoscenza diffusa della storia recente del territorio, accompagnandola con le sempre più rare, ma ancora recuperabili, notizie che vengono dalla memoria degli astigiani più avanti d'età.
Sono dell'idea - e sarei estremamente felice di non essere solo in questa convinzione - che la conservazione di queste piccole, ma non minori, testimonianze di vita quotidiana è forse la sola a consentirci di conoscere quella che si definisce sovente "microstoria" della città, quella sorta di cronaca minima che raramente troviamo riportata nei "testi sacri", ma che costituisce l'essenza del nostro passato e delle nostre radici, cui tutti noi astigiani dobbiamo (o dovremmo) essere affettivamente legati.

Pippo Sacco




Pippo Sacco

DOPPIO CLIC 2

editore DIFFUSIONE IMMAGINE
edizione 2011
pagine 228
formato 23x21,5
brossura
tempo medio evasione ordine
ESAURITO

19.00 €
19.00 €

ISBN : 978-88-89277-40-9
EAN : 9788889277409

 
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