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IL DUCE, IL CIBO E L'AUTARCHIA
Gli italiani a tavola in orbace e camicia nera
"Enza Cavallero ci offre qui un nuovo libro di storia, un insolito frammento di come siamo stati durante il ventennio fascista. E così facendo per l'ennesima volta prova quanto la storia e le storie della quotidianità siano cartina di tornasole, "epifania" direbbero í cultori della petite histoire, insostituibile per comprendere la grande Storia, quella che coinvolge e talvolta sconvolge l'esistenza di intere comunità... Sorretta da una profonda conoscenza storica e attingendo a una memoria personale che non lesina minuzie, l'autrice ci riporta a un passato nemmeno troppo remoto. Di quando un romagnolo dal fisico tarchiato, a torso nudo invitava alla "battaglia del grano", cosa persino ridicola in un paese che per secoli era stato il granaio d'Europa. Di quando quello stesso uomo, dopo aver perso sé stesso e l'Italia nella catastrofe della guerra, si vide costretto a sollecitare avvilenti eppur necessari "orti di guerra".
Grazie a una narrazione avvolgente, sorretta e quasi ordinata con la puntigliosa enumerazione di ricette dell'epoca, rivive un Paese che fortunatamente non c'è più, quello di "un solo pasto al giorno, e quando va bene". Non ci allontaniamo troppo dal vero affermando che la fame fu sfrontata e costante compagna di vita di molti nostri avi. Al complesso di espedienti che escogitarono per renderla meno dura è dedicato questo libro."

Dalla prefazione di Carlo Petrini


"Stava per finire la guerra ma non finiva ancora la fame: le navi Liberty e le Victory erano pronte a salpare dai porti americani portando viveri, e medicinali, le navi bianche avevano preso il posto delle bananiere e riconducevano in patria feriti e prigionieri di guerra, nelle piazze la gente ballava senza accorgersi che erano terminati l'oscuramento e il coprifuoco....
Il pane, non più di riso o di mais, ma di farina canadese, il riso non più della Valpadana ma della Virginia, ci avrebbero sfamati, nutriti e ingrassati, insieme con il burro di arachidi, che gli americani spalmavano ingordi su quello strano pane già affettato, di forma quadrata, ma noi avremmo continuato a sognare le grosse biove cotte nei forni a legna, i tajarin, le nostre buone minestre...
Purtroppo era scoppiata la pace!"

INTRODUZIONE

Il libro che avete tra le mani non è un manuale di cucina. Tutt'altro. Enza Cavallero, dopo la riuscita prova dei Malnutrì, con Il Duce, il cibo e l'Autarchia, ci offre un nuovo libro di storia, un insolito frammento di come siamo stati durante il ventennio fascista. E così facendo per l'ennesima volta prova quanto la storia e le storie della quotidianità siano cartina di tornasole, "epifania" direbbero i cultori della petite histoire, insostituibile per comprendere la grande Storia, quella che coinvolge e talvolta sconvolge l'esistenza di intere comunità.
La sistematica intrusione nelle cucine piemontesi, popolari ma anche borghesi, è l'escamotage usato dall'autrice per tratteggiare un ambizioso affresco che fa luce sulle ristrettezze, non solo alimentari, imposte dal regime. Attraverso la flebile luce dei tinelli subalpini Enza Cavallero indaga in modo originale su un aspetto ancora poco conosciuto, il regime alimentare degli italiani al tempo dell'uomo della Provvidenza.
Sorretta da una profonda conoscenza storica e attingendo a una memoria personale che non lesina minuzie, l'autrice ci riporta a un passato nemmeno troppo remoto. Di quando un romagnolo dal fisico tarchiato, a torso nudo invitava alla "battaglia del grano", cosa persino ridicola in un paese che per secoli era stato il granaio d'Europa. Di quando quello stesso uomo, dopo aver perso sé stesso e l'Italia nella catastrofe della guerra, si vide costretto a sollecitare avvilenti eppur necessari "orti di guerra".
Mi hanno raccontato che persino nella mia Bra nelle estati di guerra il grano prese a biondeggiare nei centralissimi giardini pubblici. E che furono molti coloro che, spinti da necessità primarie più da zelo patriottico, decisero di sacrificare i propri giardini privati svellendo azalee per far posto a pomodori e fagiolini.
[..]
INDICE

Prefazione di Carlo Petrini
Banane somale flambée
Tagliatelli crostati
Ravioli a culo nudo
Agnello con l'intingolo
Salsa maionese al grasso
Salsa maionese
Polenta con cavoli
Pancotto
Muggine in bella vista
Catagnola alla borghese
Formaggio pecorino in padella
Merenda con il seirass di mucca
Oignons a l'estouffade ovvero Cipolle stufate
Cipolle ripiene
Cipollata di zucca
Riso e zucca al latte
Gnocchetti col pangrattato
Riso in prigione
Semolino di grano duro
Risotto verde agli spinaci
Riso e cavoli
Ciambella di riso balilla per tutti
Mele caramellate
Pasta con grano saraceno ovvero Pizzoccheri
Pizzoccheri all'uso dí Teglio
Polenta taragna in Valtellina oppure Polenta grisa
nelle vallate alpine pinerolesi
Minestra con la cisrà
Ricetta per i semolini da frittura per i poveri
Semolini per frittura per chi non conosce le ristrettezze
Orecchiette
Le raviole delle terre occitane
Raviole occitane di carote
Agnolotti con riso e cavoli a l'aria 'd l'uss
Agnolotti con la tetta di vacca
Agnolotti piemontesi con testina di vitello
Antipasto italiano
Sardine o alici, aperte alla genovese
Sardine ripiene
Alici o acciughe agrette
Il pane di riso
Frittate
Luvertin
Frittate di luvertin
Frittata rognosa
Frittura alla moda novarese
Frittata di riso
Omelette
Omelette al gorgonzola
Frittata di cipolle
Belecauda o Farinata genovese
Farinata in tegghia
Paniccia (Panissa)
Favetta
Castagnaccio
Caffè con ghiande di rovere tostate
La giunta
Condimento per la pastasciutta
con i budelli della gallina
Patate al forno farcite
Insalata di patate e cipolle al forno
Trance di palombo
Pesci marinati a l'aggiadda
Frittatíne di rossetti o novellame o gianchetti
Conservazione del basilico
Brodo di ossa
La finanziera dei sudditi e non di Cavour
Zuppa di pasta reale (petits choux)
Funghi fritti
Chiodini o famigliole in umido per polenta
Prugne secche come piacevano a zia Maria
La pizza napoletana di Michele
Canederli alla moda trentina
Cavoli, verze, cavolo nero e coj, coj alla piemontese
Salsa di rafano a mio modo
Cavolfiori con bechamella
Cavolo verza secondo la moda di Dronero
Pane casalingo
Agliata
Salsa al midollo di bue
Salsa pearà (per bolliti)
Bagnet piemontese (per bolliti)
Salsa casalinga rossa per il bollito
Salsa rossa
Pappa col pomodoro
Acqua cotta
Pancotto pantrito e panada
La ribollita
Soupe valpelleunentze
Zuppa cuata tipica della Gallura
Crema d'oro
Zanzarelli in brodo
Rosolio del Portogallo
Patate alle noci
Patate al vino
Polenta e latticello del burro
Pastine e capellini sul brodo di Ombrina
Riso al prosciutto
Risotto al limone
Minestra di riso e ortiche


 

Enza Cavallero

IL DUCE, IL CIBO E L' AUTARCHIA

editore ARABA FENICE
edizione 2009
pagine 192
formato 15x21
brossura con alette
tempo medio evasione ordine
ESAURITO

16.00 €
16.00 €

ISBN : 978-88-9585-338-3
EAN : 9788895853383

 
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