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| EFFICIENZA NEGLI ANNI CON LA MALATTIA DI PARKINSON Un saggio sugli esempi di Leonardo da Vinci, Wilhelm von Humboldt e Giovanni Paolo II |
| Grandi con il Parkinson ... Se lo sono stati i nostri protagonisti, Leonardo da Vinci, von Humboldt, Giovanni Paolo II, prendendoli ad esempio dobbiamo sforzarci di esserlo anche noi tutti, restando fedeli alla nostra missione e ai nostri ideali, pur nella consapevolezza dei nostri nuovi limiti, e delle difficoltà imposte dalla convivenza con la malattia. Convivenza obbligata, quindi, ma non dipendenza, schiavitù e oblio di se stessi. PERCHÉ QUESTO SAGGIO... In tutte le malattie cronico - progressive, ed il Parkinson non fa eccezione alla regola, lo sviluppo della malattia, dalle prime manifestazioni fino alle fasi più avanzate, crea nei pazienti e in chi li assiste un progredire di stati d' animo : si va dall ' incredulità e rifiuto alla speranza nella terapia iniziale, alle delusioni dei primi incidenti di percorso, alla presa di coscienza delle diminuite capacità personali, alle speranze ripetute nel rinnovo delle terapie, alla progressiva scoperta dei disturbi collegati che insidiano la qualità della vita di paziente e famigliari, con la ricerca dei rimedi specifici che li eliminino, o almeno li rendano più tollerabili. In questo evolversi della malattia, un compagno insidioso è poi rappresentato dalla sfiducia nel proprio futuro, che può sfociare, anche prematuramente, in una vera e propria forma depressiva . Ci è parso perciò giusto ricordare ai malati ed ai loro famigliari che il principale nemico della loro malattia è in realtà la forza vitale che è in loro, la volontà di mantenersi fedeli a se stessi, la loro costanza nel perseguire gli ideali, il rispetto delle proprie doti naturali, della propria coscienza, della propria cultura, della propria professionalità, della propria vocazione. Ogni uomo, sia pur piccolo e modesto, ha una sua propria grandezza, che lo rende unico fra gli altri. Il riuscire a conservare il rispetto di se stesso e della propria identità, anche nel progredire della malattia, o anche solo dell'età, deve perciò essere l'obiettivo di ciascuno di noi. [..] |
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