motore di ricerca
Diventa Fan su Facebook
cataloghi novità - Piemonte - Monferrato - Asticataloghi editorischede autorinotizie2022 Promozioni
Alcune proposte
LE EPISTOLE DI DIODORO SICILIANO
Un apocrifo tra mondo antico e età moderna

INTRODUZIONE

«Quando si parte da un errore si arriva quasi spesso ad un altro». Così commentava nel 1834 Francesco Ferrara, nel settimo volume della sua Storia generale di Sicilia, l’ipotesi formulata dal «diligente» Cluverio in merito alla localizzazione del porto di Ulisse nella zona di Trapani. Le «puerili opinioni» del «secolo delle credulità» non avevano risparmiato neppure il dotto geografo... che dire dunque di tutto il resto? Solo vuote parole che «disonorano quel secolo che le vide nascere, e che non le consegnò al fuoco»...
A distanza di quasi due secoli, prescindere da un giudizio così severo e categorico risulta difficile nel momento in cui ci si accinge a parlare di un testo, per giunta apocrifo, che di quel secolo è il prodotto. Di sicuro lo studioso di oggi non corre il rischio di farsi suggestionare dalle incredibili trovate partorite dalla inesauribile fantasia dei secentisti, timore che tanto occupava la mente del catanese Ferrara. Sono ben note le riflessioni del Momigliano sull’importanza, per chi si occupa di storia, di distinguere il falso dal vero, e, una volta accertata l’autenticità o meno di una fonte, si è maggiormente disposti a riconoscere anche nei falsi e nelle “storie inventate” delle testimonianze preziose, utili nel ricostruire dati poco tangibili, quali la mentalità e la cultura di un’epoca, o i fili perduti della tradizione storico-letteraria. Dati che non è sempre facile recuperare attraverso l’analisi della cosiddetta storia “vera”.
«Ogni società genera il tipo di impostura che le si addice». Fin dai tempi più antichi, d’altra parte, si era cercato di intervenire a posteriori sulla realtà storica per modificarne a proprio vantaggio il significato. Poteva trattarsi di un dotto “gioco” tra intellettuali, come per Ditti e Darete testimoni oculari della guerra di Troia, o per la riabilitazione del terribile Falaride; più spesso si era mirato a proteggere i privilegi di uno Stato, come nel caso della donazione di Costantino; altre volte, invece, si era tentato di sfruttare abilmente il passato per orientare in modo diverso la percezione del presente: se Annio, ad esempio, fosse riuscito a fare di Viterbo la culla della cultura protoetrusca, la sua città avrebbe potuto aspirare ad una nuova grandezza.
Nel caso delle Epistole di Diodoro Siciliano, testo apocrifo composto all’incirca nel primo ventennio del Seicento, siamo davanti ad un’opera che si prefigge il compito di contribuire alla difesa della città di Catania, proclamando in modo indiretto l’antichità della sua origine e dei suoi privilegi. L’argomento potrebbe sembrare scarsamente meritorio di attenzione al di fuori di un’ottica erudita o localistica. Tuttavia, il solo fatto che una data epoca abbia prodotto un’opera di tal genere presuppone l’esistenza di un pubblico sensibile ad un certo tipo di contenuti. Le tematiche affrontate nell’epistolario diodoreo, d’altra parte, non rappresentano un unicum nella Sicilia di età moderna: la loro presenza testimonia un modo particolare di concepire la difesa delle prerogative dello Stato, che rende simile la realtà catanese a molte altre realtà, non solo isolane. Per limitarci all’ambito siciliano, è risaputo come all’incirca dalla metà del Quattrocento si sia assistito ad un crescendo nella produzione di documenti falsi, i quali furono utilizzati proficuamente per ottenere vantaggi economici e politici, e che, entrando a far parte del background culturale della società che li aveva prodotti, per più di due secoli compromisero la validità dell’intera produzione storiografica isolana che da essi avrebbe inevitabilmente preso le mosse.

[..]

 

INDICE GENERALE

Ringraziamenti

Abbreviazioni e sigle

Introduzione

I. LE EPISTOLE DI DIODORO SICILIANO E L’ISTORIA DI OTTAVIO D’ARCANGELO
1 La problematica sulle origini e le aspirazioni egemoniche di Messina tra Cinquecento e Seicento
2 I falsi dell’Istoria
3 La fortuna delle Epistole di Diodoro Siciliano

II. I MANOSCRITTI DELL’ISTORIA E L’AUTORE DELLE EPISTOLE DI DIODORO SICILIANO
1. I manoscritti dell’Istoria
2. Le versioni delle Epistole di Diodoro Siciliano
3. L’autore

III. “D’ARCANGELO”, “CARRERA” E LE FONTI DI UN APOCRIFO
1. Le Epistole di Diodoro Siciliano e i suoi “tutori”
1.1 La scelta del genere epistolare
1.2 Diodoro Siculo
1.3 Il Bessarione
2. Il primo nucleo delle Epistole di Diodoro Siciliano
2.1 Lo stemma di Catania
2.2 Cocalo, Dedalo e Falaride
3. La forma urbis dell’antica Catania tra storia e finzione
3.1 L’Istoria e la storiografia di età moderna
3.2 L'antico si fonde con il moderno: il porto, il molo e le antiche mura
3.3 L’Epistola di DiodoroSiciliano
4. “Carrera” e le influenze letterarie antiche e moderne
4.1 Il Fazello e le fonti antiche
L'Epistola di Diodor Sicicliano
“La” spedizione ateniese
Platone, Dione e l’ “unico” Dionisio
Dionisio, Mamerco e Timoleonte
4.2 Plutarco
4.3 L’Historia Augusta
4.4 Le Heroides, il Petrarca, Eliano e Dante
4.5 Le Epistole di Diodoro Siciliano 41 e 42 e il Maurolico

Conclusioni

Appendice: Le Epistole di Diodoro Siciliano

Bibliografia

Indice delle fonti e dei passi citati
Indice dei nomi e delle cose notevoli
Indice degli autori moderni citati





Daniela Pietrasanta

LE EPISTOLE DI DIODORO SICILIANO

editore LARUFFA
edizione 2005
pagine 198
formato 17x24
brossura
tempo medio evasione ordine
ESAURITO

20.00 €
20.00 €

ISBN : 88-7221-275-8
EAN :

 
©1999-2024 Tutti i diritti riservati
Via Brofferio, 80 14100 Asti - Piemonte - ITALY
Cell +39 3490876581
Spedizioni corriere espresso in Italia e in tutto il mondo
Riceviamo in sede su appuntamento
P.IVA 01172300053 - Cod.Fisc. BSSVCN50C23B425R - REA AT-93224
ebussi50@gmail.com