LE FATICHE DI ERCOLE
un lungo viaggio dal Comunale al Filadelfia

PREFAZIONE

Restai sorpreso quando il Maestro mi fece capire che avrebbe rotto gli indugi. Non mi pareva vero si fosse finalmente deciso a narrare se stesso e quel calcio da lui praticato, insegnato, vissuto nel corso della vita in maniera così piena, fino a conoscerne le pieghe meno visibili dell'ampia palandrana che l'avvolge. Non mi pareva vero. Lui, Ercole Rabitti, schivo e riservato, noto per essere sempre distante da microfoni e telacamere, di rado una dichiarazione o una intervista. Ma ancora più famoso per essere uno dei grandi Seminatori di ogni tempo. poi perchè proprio a me aveva strizzato l'occhio? Certo perchè nella mia attività ho scritto tante pagine. Tuttavia non è questo il solo motivo che ha indotto il Maestro a chiedermi di affiancarlo nella stesura del suo libro. Almeno così mi piace credere. E forse non è un'affermazione fuori luogo. Probabilmente vuole farsi perdonare qualche punitivo giretto di campo che anche al sottoscritto ha comminato, così come agli amici Furino e Maggioni, Roveta, Bettega e tutti gli altri fortunati che sono stati sotto le sue direttive in maglia juventina, in quel lontano tempo. E dopo ancora i giovani granata Dossena e Sclosa, Mandorlini e...
C'era mica tanto da scherzare, cari amici, con il signor Rabitti. Proprio così, signor Rabitti, perchè anche oggi che ci conosciamo da anni non mi viene spontaneo chiamarlo se non in questo modo: e non sono il solo. Benchè lui ci abbia più volte invitati a dargli del tu, a noi, suoi allievi, l'idea non piace. Sappiamo da sempre del suo sensibile cuore, della sua umana fraternità, ma preferiamo lasciare le cose al loro posto. Unaltro educato suggerimento , se vogliamo, alla vita e allo stesso tempo allo sport che il Maestro ci ha dedicato, con la grandezza della sordina

RENATO TAVELLA