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FOMNE DANÀ
Delitti al femminile in Piemonte 1848-1868
Questo libro mi è stato suggerito da un curioso processo mentale, da una sorta di equazione che sommava da un lato i due libri di Cinzia Tani, Assassine e Coppie assassine e dall'altro i volumi di Antonio Spinosa, Italiane e di Donatella Taverna, L'albero del cielo. Profili di donne piemontesi, il tutto all'insegna di Nero per signora, una raccolta di racconti di Carolina Invernizio.
In altre parole, a fronte di una significativa bibliografia sulle donne positive del Risorgimento non esistevano storie di donne criminali piemontesi anteriori alla seconda metà degli anni '70 dell'Ottocento: Cesare Lombroso giunge infatti nella nostra città nel 1876, come professore ordinario di medicina legale presso l' Università di Torino e, anche sulla base di esperienze maturate in quel periodo, metterà nero su bianco i suoi studi sulla Donna delinquente, apparsi nel 1893.
Presa la decisione di colmare, a modo mio, questa lacuna, ho voluto iniziare da prima del 1848, alla ricerca della ultima donna giustiziata, per terminare con l'anno 1868: questo perché il 1869 vede una coppia assassina, quella di Dominique Rossignol e Virginia Catella, che merita una particolare attenzione, cioè un libro a se stante.
Delimitato cosi il periodo della ricerca, per quanto concerne i criteri adottati per la scelta dei casi da raccontare, posso dire di non aver certo seguito un criterio statistico, di avere volutamente omesso tutti i processi per infanticidio e sorvolato sui numerosi casi di furto domestico con donne accusate; oltre a considerare con un occhio di riguardo gli episodi a forti tinte di signore assassine, ho voluto anche soffermarmi su eventi di cronaca criminale minima se la vicenda, per qualche aspetto, mi pareva intrigante. Sempre per amore della vicenda, ho inserito – con scelta politicamente poco corretta! – anche alcuni episodi in cui le imputate erano state assolte.
Come già detto altre volte, la decisione di scrivere un libro di storie, non di Storia, rivendica al narratore una grande libertà di azione nella cernita degli argomenti da еsрoгге.
Per una precisa scelta, gli episodi sono presentati con l'ordine puramente cronologico della data delle varie sentenze: questi miei racconti rifuggono da ogni giudizio e non ho fatto ricorso a nessuna classificazione, perché la classificazione poteva già comportare una sorta di giudizio.
L'unica suddivisione è quella tra le donne che sono passate all'azione da sole e quelle che hanno agito con dei complici, più spesso in coppia con un uomo, oppure con l'aiuto dei famigliari o anche, benché di rado, con altre donne, in una versione assolutamente ante litteram di Thelma e Louise in variante piemontese.
Per la ricostruzione delle vicende ho utilizzato documenti giudiziari e giornali coevi, in particolare la Gazzetta
di Torino
e la Gazzetta Piemontese.
Il lettore potrà avvertire una certa differenza di stile fra i racconti prima e dopo il 1860. Questo dipende dalla diversità delle fonti disponibili prima e dopo questo anno. Una vera e propria cronaca giudiziaria, infatti, è comparsa su un giornale di Torino soltanto nel 1860, diffondendosi progressivamente a vari quotidiani cittadini negli anni successivi.
Per il periodo precedente, quindi, non esiste nulla di analogo, soltanto la specialistica Gazzetta dei Giuristi, nata nel 1854. Bisogna ricorrere in alcuni casi esclusivamente ai documenti giudiziari rimasti, con tutti i loro pregi di veridicità e tutti i loro difetti di estrema sintesi e di aridità di linguaggio, in particolare nel caso delle sentenze che, scritte in burocratese del XIX secolo, dovevano essenzialmente motivare il convincimento dei giudici sulla colpevolezza degli imputati.
Il tutto è stato condito con una generosa spolverata di proverbi piemontesi, molto numerosi sul tema della donna: oltre alle classiche raccolte del genere, mi è venuto in aiuto il recente volume di Lorenzo Burzio, L'altra metà del cielo.
Non ho altro da aggiungere, se non ricordare al benigno lettore che La carta e j'aso a pòrto lòn ch'a j cario, la carta e gli asini portano quello che loro viene posto sopra, secondo il saggio detto piemontese.
INDICE

A tira pì `n pluch ëd fumela che na cobia `d beu

L'ultima donna che venne impiccata
[..]
La nonna di Chialamberto che rubava le tome
[..]
Donna di Langa: anello forte con pugno forte
[..]
La vera strega di Pocapaglia
[..]
Convolare a criminose nozze
[..]
Chi a veul fé meuire sò marl, ch'a-j daga ij pòr al mèis d'avri
[..]
Il cuoco di Camillo Cavour e la cuoca di Angelo Brofferio
[..]
Fomne e vin a ancioco ël vej e ël picin
[..]
L'assassina incendiaria che amava la Francia
[..]
«Un avvenimento curioso ed insieme disgustoso»
[..]
Un coltello da calzolaio grondante di sangue
[..]
Le signore del Gazzettino
[..]
Omicidio d'un giovane diciannovenne
commesso da una donna
[..]
La sfortunate persone di servizio
della moglie di Urbano Rattazzi
[..]
Dieci truffe commesse da una ragazza ventenne
[..]
L'eviratrice di Miasino
Angela Garbolo
Le voglie anticlericali di una biellese incinta Lucia B.
Madri indegne di portare questo nome
[..]
Una bella donna e una falsa firma del re Vittorio Emanuele II
[..]
Una figlia del popolo di quarantacinque anni, segnata dagli stenti e dalle fatiche
[..]
Una vecchia stravagante
[..]
Una vecchia astuta
[..]
La bellezza è un gran talismano
[..]
Il Purgatorio come mezzo di speculazione
[..]
Teresa Pansa, trafficante sull'amore altrui
[..]
Le Perpetue e le serve in genere
[..]
Gli avvelenatori di Lagnasco
[..]
L'avvelenatrice di Sampéyre
[..]
Le miserabili
[..]
Pelo rosso e la ladra che pagava i debiti
[..]
La Pisana
[..]
I diabolici amanti valdostani
[..]
La biricchina di Torino
Varietà
Nata l'8 marzo
[..]
Una tragica veglia di sangue
[..]
San Donà a l'é mòrt, j'é mach pi San Pio
[..]
Ladra di vino
[..]
Le due mendicanti di Pinerolo
[..]
Dine e ambrojon a treuvo sempre ij mincion
[..]
L'amante del poliziotto
[..]
Un teologo che vuol giocare al lotto
[..]
Grazie, zia!
[..]
Due svizzeri che volevano far fortuna a Torino con l'assicurazione contro gli incendi
[..]
Scene dell'ultima sera del Carnevale torinese 1866: madama Lubini armata di sciabola
[..]
Guanti e guantaie
[..]
Maria Cerruti Pesce detta il Dragone
e i malandrini di Trentaballe
[..]
Ladra la madre, ladra la figlia

Bibliografia
Indice





Milo Julini

FOMNE DANA'

editore LIBRERIA PIEMONTESE
edizione 2000
pagine 276
formato 12x19,5
brossura con alette
tempo medio evasione ordine
2 giorni

12.00 €
8.00 €

ISBN :
EAN :

 
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