I GIARDINI BOTANICI DELLE ALPI OCIDENTALI Dalla Valle d'Aosta alle Alpi Marittime, 11 giardini alpini descritti in dettaglio: l'accesso, la storia, l'ambiente, le principali specie presenti |
Se negli ultimi anni parchi e riserve naturali hanno contribuito a salvaguardare il patrimonio ambientale e a diffondere la conoscenza delle sue peculiarità, i giardini alpini, pur essendo istituzioni altrettanto importanti in questo senso, rappresentano una realtà ancora poco conosciuta. Questa guida, destinata a un pubblico non necessariamente specializzato, vuole avvicinare anche il semplice turista alla scoperta di queste straordinarie "oasi" botaniche che, disseminate lungo la catena delle Alpi Occidentali, possono diventare occasione per imparare a rispettare la natura e scoprire una nuova dimensione della montagna. PRESENTAZIONE Non si può certo dire che i giardini botanici siano una tradizionale meta del cittadino in cerca di un po' di relax e di ossigeno, o del gitante domenicale alla caccia di luoghi curiosi dove trascorrere la meritata domenica. Non si può nemmeno addossare all'utente la colpa di questo disinteresse: spesso tali istituzioni non hanno avuto sostegni adeguati e talvolta sono relegate al ruolo di aree verdi senza una specifica funzione di carattere pubblico. Questa guida vuole contribuire ad allargare la conoscenza dei tesori delle Alpi (in questo caso limitandosi a quelle occidentali), fra i quali, oltre alle Riserve e ai Parchi naturali, spicca anche una speciale categoria di orto botanico: il giardino alpino. Lavorando all'interno di queste strutture, ho potuto constatare che, laddove il giardino veniva adeguatamente segnalato e fatto conoscere, diventava meta di molti curiosi; a volte cultori della botanica, altre volte passanti attirati dalle colorite aiuole all'ingresso del giardino. La particolare posizione dei giardini alpini in ambienti difficili, dove le coltri nevose hanno il sopravvento per la maggioranza dei mesi dell'anno, rende la coltivazione delle piante alquanto problematica. Anno dopo anno decine di appassionati o giovani studenti si avvicendano nel diserbo, nel trapianto o nell'elencare ai turisti di passaggio gli adattamenti straordinari di questi vegetali che hanno scelto un ambiente estremo come loro residenza. È per premiare il grande impegno e lo sforzo di chi si appassiona alla conoscenza della natura e della flora, che ho pensato di rendere ancor più noti questi luoghi. Visitare un giardino può diventare occasione di visita ad angoli incantevoli delle vallate alpine, di nuove scoperte nel mondo della natura o di semplice pretesto per colloquiare con essa. Nella storia della cultura dell'uomo, il giardino è sempre stato interpretato come metafora del suo equilibrio con il creato: è un aspetto, questo, che mi piace sottolineare, soprattutto pensando alla vita d'oggi, che spesso ne dimentica l'importanza. Come ricorda Gabriele Tergit nella sua Piccola storia dei fiori: «Dovunque si sviluppi una cultura, l'uomo pensa a dar ordine alla vegetazione selvatica. [....] Sedere in un giardino è un sogno, il sogno della quiete e del riposo dopo il lavoro compiuto di un giorno, dopo il lavoro compiuto di un anno, dopo il lavoro compiuto di tutta una vita. [...] La parola persiana per "giardino", dalla quale è nata la nostra parola "paradiso", fu recata in Grecia da Senofonte: paradiso e giardino significano dunque la stessa cosa. Paradiso non è sinonimo dell'amore e delle gioie della giovinezza per la danza o per un paesaggio di monti e valli fra cui si snoda un fiume. Non significa altro che giardino. La felicità dell'Aldilà, anche per il Corano, consiste nel sedere in un delizioso giardino. I Cinesi dicono: "Se tu vuoi essere felice un'ora, inebriati; se vuoi essere felice tre giorni, prendi una donna; se vuoi essere felice tre mesi, macella un maiale e mangialo in tre mesi; ma se vuoi esser felice per tutta la vita, fatti giardiniere». Lo stesso Voltai-re scrisse, al termine della sua esistenza: «Ho letto molto, e trovato soltanto incertezza, menzogna e fanatismo. Delle cose essenziali, so poco più di quanto sapessi quando ero lattante. Io preferisco piantare, piantare, seminare, ed essere libero». La visita dí un giardino può essere arricchita da mostre illustrative, dépliant e altri materiali che cercano di rendere quanto mai facile l'approccio con quelle immense distese di verde che spesso vengono genericamente indicate come prati. In realtà essi sono il risultato del diffondersi di migliaia di specie vegetali, la cui storia sulla terra è di parecchio più antica di quella dell'uomo, ultimo inquilino sopraggiunto sul pianeta, non sempre rispettoso delle specie che l'hanno preceduto. Prima di lasciarvi alla lettura di questa guida, voglio ringraziare quanti hanno fornito le informazioni necessarie alla stesura delle schede dei giardini e, in particolare, i curatori dei giardini stessi: la costanza del loro impegno permette a queste strutture di crescere e di adeguarsi sempre più alle necessità scientifiche e didattiche. Un'espressione di gratitudine va anche a quanti, con spirito volontaristico, lavorano quotidianamente all'interno dei giardini alpini, occupandosi dei lavori più "umili" come di quelli di maggiore impegno scientifico. L'Autore |
INDICE PRESENTAZIONE I GIARDINI E LA FLORA ALPINA Storia e tipologia del giardino alpino Le funzioni del giardino alpino L'ambiente alpino I GIARDINI ALPINI IN SCHEDA Istruzioni per la visita Alpinia Castel Savoia Floralpe Saussurea Chanousia Paradisia Lautaret Rea Giardino alpino Bruno Peyronel Regina delle Alpi Valderia LE PRINCIPALI FAMIGLIE BOTANICHE Come riconoscere le principali famiglie Fagaceae Urticaceae Poligonaceae Salicaceae Apiaceae Rosaceae Saxifragaceae Crassulaceae Fabaceae Ranunculaceae Euphorbiaceae Geraniaceae Caryphyllaceae Papaveraceae Violaceae Valerianaceae Campanulaceae Asteraceae Borraginaceae Gentianaceae Scrophulariaceae Lamiaceae Ericaceae Primulaceae Orchideaceae Gramineae Cyperaceae Juncaceae Liliaceae Iridaceae GLOSSARIO BIBLIOGRAFIA |
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