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I PELAGRA
memorie
Asti, primo dopoguerra: una famiglia scende dal treno proveniente dal profondo sud.
E una delle tante che alla fine degli anni Quaranta affrontano una nuova e dura realtà: lasciare gli affetti e le aride terre del Meridione per spostarsi verso le regioni industrializzate del nord ovest.
Pelagra veniva definito chi viveva in condizioni di estremo disagio, ai limiti della sopravvivenza; in altri casi chi conduceva una vita ai limiti della legalità.
Il Pelagra era incapace di dare sostentamento sufficiente alla famiglia e veniva confinato ai margini della società.
Una società dove il padrone era il Padrone: di terre, case e uomini.
L'autore ripercorre i primi anni della sua esistenza, facendo riaffiorare toccanti episodi della vita in collegio e del lavoro dei suoi genitori.


Nota dell'autore

Quando ho proposto alla lettura di un amico compiacente la prima stesura di questo mio racconto, mi sono sentito rivolgere subito due domande: perché scrivere un libro autobiografico? Perché un titolo così ostico come «I pelagra»?
Le domande erano interessanti, anche legittime, ma non ero certo che avrebbero potuto esserlo anche le risposte. In verità, ad un certo momento ho avuto qualche dubbio anch'io.
Solitamente le autobiografie e più ancora le biografie, che siano pubblicabili, sono immagini di personaggi famosi o comunque conosciuti da un vasto pubblico. In questo rientro pienamente.
Di certo i miei figli, nipoti, parenti e conoscenti vari, compresi i vicini di casa sono il mio "vasto" pubblico potenziale. Ma, per dirla tutta, la storia raccontata era iniziata come memoria per me stesso e, magari, lasciata alla benevolenza dei miei eredi. Quindi posso affermare che nessuna velleità letteraria mi è stata ispiratrice per quello che non è altro che un racconto di vita. Storia semplice come quella di tanti, iniziata negli anni difficili del secondo dopoguerra.
Ho provato a ripercorrere i quattordici anni a iniziare dalla mia venuta al mondo, viaggiando su un treno dal Sud al Nord, protetto ancora dal grembo materno.
Credo comunque opportuno, quasi necessario, che alcune parti abbiano già cenno in queste note.
Prima di dare un significato al titolo, cosa peraltro non semplice, reputo sia importante contestualizzare il periodo e l' ambientazione.
Ho considerato gli anni compresi fra il 1947 e il 1961, i miei primi 14 anni di vita e viene evidente arguire che per i primissimi anni la storia per me è stata un sentito dire, riportato dai miei genitori o conoscenti ma che in buona parte ha trovato conferma e risposte negli anni a seguire quando, crescendo in età e ragione, ho preso coscienza dei fatti.
Due guerre come quelle che, nella prima metà del '900, avevano sconvolto il mondo e non avevano di certo migliorato la qualità della vita dei popoli.
I divari economici, le diversità sociali e culturali restavano; in molti casi avevano peggiorato la situazione della maggior parte della popolazione.
Il divario fra il Nord e il Sud dell'Italia seguitava a gravare sui ceti più deboli continuando a spingere masse verso l'emigrazione. La fine degli anni quaranta e i seguenti cinquanta videro spostarsi migliaia di lavoratori verso le regioni industrializzate del Nord Ovest, lasciandosi dietro famiglia, affetti e abbandonando le aride, avare terre del Sud. Un vero esodo completato da migranti ed esuli dalle terre venete e dall'Istria.
Non essendo Sociologo tenterò comunque, seppure brevemente e con colpevole superficialità, di abbozzare un quadro, un profilo di quella classe sociale in cui si potevano collocare allora i protagonisti della vicenda narrata. Incompleta e quindi non esaustiva per mie lacune ma, soprattutto, perché specchio di una parte della società e non rappresentativa di tutto il substrato che la popolava.
Una società che ancora marcava confini ben definiti fra le diversità, in particolare in quelle che vorrei definire di base. Quindi esulerò dalle antiche concezioni di classe uguale a Casta (nobili, clero, signori per ceto o valori monetari), ma tratterò le diversità
[..]
INDICE

Prologo

Cap. I.
1. Il viaggio
2. In casa di riposo
3. I miei primi quattro anni
- La cascina alle porte della città
- Mezzadria
- La prima vera casa
Memento 1

Cap. II.
4. Al bivio dell'Angitola
5. Il dente
6. La vita in collegio
- Il premio
- Neve
7. A Quarto
- Risvegli
- Raccattapalle
- Un nuovo San Martino
Memento 2

Cap. III.
8. I profumi della Ruga
9. Giovanna
10. Cascina Ossolino
- La giostra 'd Bastiàn
- La casa
- Il carro del ghiaccio
11. Il tempo della speranza

Cap. IV.
12. Piccole emozioni
13. Un pensiero nella mente
14. Colonie d'estate
15. La cresima
16. I preti
Memento 3

Cap. V.
17. La nuova casa
18. Papà
19. Certezze perdute
20. Di orto e di vino

Cap. VI.
21. Nel nome del santo
22. Compleanno
23. L'Avviamento Industriale
24. Via dal collegio
25. I favolosi anni '60
26. In Calabria

Epilogo

Vocabolario minimo




Giuseppe Furlano

I PELAGRA

editore TIPOGRAFIA BAIMA RONCHETTI
edizione 2014
pagine 164
formato 13,5x21
plastificato con alette
tempo medio evasione ordine
2 giorni

15.00 €
9.90 €

ISBN : 978-88-96322-37-6
EAN : 9788896322376

 
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