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INNAMORATI DI DIO
Ernesto Olivero raccontato da Francesco d'Assisi
«Sì, Ernesto è un vero e convinto credente nella Provvidenza di Dio, come lo erano Francesco d'Assisi - del quale racconta il cardinal Comastri -, il Cottolengo a suo tempo, don Bosco e tanti altri santi e beati, uomini e donne «laici del quotidiano », come li possiamo chiamare, di cui è ricca la storia della Chiesa di Torino. Quanto sta facendo Ernesto, infatti, non è solo la classica forma di azione sociale basata sul volontariato cattolico e laico che pure caratterizza gran parte delle opere del Sermig, ma è qualcosa di più, perché contribuisce ad elevare la cultura e la fede insieme all'azione corresponsabile dei giovani ai problemi degli altri e di tutta la comunità cristiana e civile».
(Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino)

«... Ernesto è riuscito via via negli anni a toccare l'animo anche di molti che credenti non sono. Ma che hanno sentito il fascino del suo infaticabile operare, inventare, intraprendere.
Ernesto è una sorta di imprenditore e artigiano della carità. Rimasi colpito il giorno in cui visitai l'Arsenale della Speranza, nella periferia di San Paolo del Brasile.
I poveri non erano lì come ospiti, ma come padroni di casa. E si capiva che in quel luogo erano stati aiutati non solo a trovare un letto, un tetto e cibo, ma soprattutto a ritrovare la propria dignità e una ragione di speranza».
(Massimo D'Alema)

«Un rarissimo esempio dell'uomo di buona volontà, che non si arrende di fronte al male e dimostra, con il suo spirito di carità disarmata e disarmante, che lo si può sconfiggere».
(Norberto Bobbio)
PREFAZIONE

Dopo diversi anni ho rivisto, non senza emozione, queste pagine: vi ho aggiornato le note della sinfonia d’amore, che è la vita di Ernesto Olivero.
Attraverso Ernesto, Dio moltiplichi la voglia di cantare, di servire, di scendere, di sparire per far apparire Dio: così come è accaduto attraverso Francesco d’Assisi!
Ha scritto Sören Kierkegaard (1813-1855): «Quel Dio che ha creato l’uomo e la donna, ha formato anche l’eroe e il poeta o l’oratore. Questo (il poeta) non può fare ciò che fa quello (l’eroe); egli può soltanto ammirare, amare, rallegrarsi con l’eroe. Tuttavia anch’egli è felice, non meno di quello. Infatti l’eroe è la sua migliore essenza, ciò di cui è innamorato, felice di non esserlo lui stesso.
Così che il suo amore può manifestarsi con l’ammirazione. Egli è il genio del ricordo, che non può fare nulla senza ricordare quel che è stato fatto, nulla fare senza ammirare ciò che è stato fatto. Nulla prende del suo, ma è geloso di ciò che gli è stato affidato. Egli segue la scelta del suo cuore, ma quando ha trovato ciò che cerca, allora va di porta in porta con i suoi canti e i suoi discorsi proclamando che tutti devono ammirare l’eroe come fa lui, essere fieri dell’eroe come lo è lui. Questo è il suo mestiere, l’umile sua azione; questo è il suo fedele servizio nella casa dell’eroe».
L’eroe che si nasconde nelle pagine di questo libro; l’eroe verso il quale va tutta la mia ammirazione; l’eroe che cerco di cantare con le poche e umili note che conosco; l’eroe di Amore, che suscita instancabilmente tanti eroismi d’Amore è… Gesù Cristo!
La Chiesa, con tutti i suoi Santi, assomiglia ad un immenso popolo che, guardando nella stessa direzione, punto il dito e grida: «È Lui! È Lui la sorgente della nostra pace! È Lui il fuoco inestinguibile che ci ha infiammato il cuore con il suo stesso Amore! Gesù Cristo!».
Questo libro non vuole raccontare la storia di Ernesto Olivero, ma, attraverso la sua storia, vuole raccontare, anzi cantare questa dolcissima e bellissima notizia: «Gesù Cristo è il Signore! Gesù Cristo è l’Unico Salvatore del mondo, ieri, oggi e sempre!».
Ernesto Olivero - lo conosco troppo bene! - può tranquillamente sottoscrivere queste parole uscite dal cuore di Charles de Foucauld (1858-1916), anch’egli innamorato di Dio: «Il mio deve essere l’apostolato della bontà. Vedendomi devono dire: “Dato che quest’uomo è buono, la sua religione deve essere buona”. Se mi si domanda perché sono buono e paziente, devo dire: “Perché sono il servo di uno che è molto più buono di me. Se sapeste quanto è buono il mio Signore Gesù!”. Vorrei essere buono abbastanza perché si dica: “Se il servo è così, come sarà allora il padrone?”». Ernesto Olivero, con la sua testimonianza, suscita questa domanda e noi gliene siamo immensamente grati.
La Chiesa ha bisogno di santi come i nostri polmoni hanno bisogno di ossigeno: il Sermig sia terreno fecondo per far germogliare uomini e donne veramente innamorati di Dio e non di se stessi.

Angelo Comastri
24 gennaio 2012
San Francesco di Sales




Angelo Comastri

INNAMORATI DI DIO

editore PRIULI & VERLUCCA
edizione 2012
pagine 176
formato 14x21,5
cartonato con sovracoperta plastificata a colori
tempo medio evasione ordine
ESAURITO

9.90 €
9.90 €

ISBN : 978-88-8068-598-2
EAN : 9788880685982

 
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