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LETTERE DALLA GRANDE GUERRA
Il fronte e la prigionia: 1917-1918
Queste lettere dal fronte e dalla prigionia sono ricche, anche dal punto di vista espressivo, di una loro varietà e di una loro forza. Spesso - in perfetto stile nominale - riflettono la concisione e l'economia di parola da commentario di guerra. Ferma
restando la necessita di corrispondere alle
esigenze di una comunicazione immediata
e precisa, e dunque ad una necessità di tipo strumentale, non è a Monti, tuttavia, che si possa chiedere di rimanere nei limiti di una corrispondenza puramente di cose. Ne sono spia sia la grammatica sia la sintassi: i frequentissimi troncamenti, le numerose prolessi, le continue torsioni stilistiche. Linguisticamente, vi si colgono le tracce di un toscaneggiare libresco entro cui si schiudono presenze sia di carattere letterario sia di timbro dialettale.
Monti non è ancora lo scrittore dei Sansôssì, ma è già bene lo scrittore dei "Nuovi Doveri", dell'"Unità" salveminiana, de "La Voce". La sua scrittura è già avviata ad una vocazione d'ampia polifonia, ad una scrittura configurabile come performance, come intreccio di oralità, come organismo fittamente plurilinguistico e ritmicamente sapiente. Qui non ve n'è che qualche traccia: bastante, tuttavia, a fare almeno un po' della musica futura; a dare l'idea — già un po' più che germinale — di ciò che verrà.

Dall'introduzione di Giovanni Tesio

Noi abbiamo un Agosto più bello e più caldo del Luglio: il cielo è così limpido e la campagna intorno al campo così ridente, che, in certi momenti, a me pare un assurdo che, in qualche parte del mondo, gente che non si conosce e che non si odia più, continui a sgozzarsi, sotto un così bel cielo, fra un così bel verde. Eppure l'umanità doveva subire la sua passione, per giungere finalmente alla sua pasqua, che sarà definitiva, e darà nei secoli la pace a tutti gli uomini, tornati tutti 'di buona volontà'.

Augusto Monti, lettera del 23 VIII 1917 da Mauthausen

Questa guerra – se vi siamo condannati – vogliamo almeno che sia l'ultima guerra; bisogna che questa guerra uccida la guerra e l'uomo del XX sec. non è più in fondo alla trincea soltanto un automa che spara e a un certo punto sanguina e cade: è un uomo il quale pensa: io combatto perché sia più probabile che i miei figli vivano ín pace.

Augusto Monti, I Sansôssì: "Interventismi".

Guerra fa guerra e pace non ha fatto mai.

Augusto Monti, I Sansôssì: "L'intrusa".

INDICE

Introduzione

Criteri di edizione

Lettere dal fronte e dalla prigionia

1917

1918

Appendici

I
ndice dei nomi

Ritratto di Augusto Monti





Augusto Monti

LETTERE DALLA GRANDE GUERRA

editore ARABA FENICE
edizione 2007
pagine 222
formato 15x21
brossura con alette
tempo medio evasione ordine
2 giorni

14.00 €
9.90 €

ISBN : 978-88-86771-65-8
EAN : 9788886771658

 
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