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| MONFERRATO ARTE E STORIA n. 18 dicembre 2006 |
| Sigilli dei marchesi di Monferrato LUISA CLOTILDE GENTILE La sigillografia subalpina è stata sinora sabaudocentrica: il suo atto di nascita si può far coincidere con l'edizione nel 1834 dei Sigilli de' principi di Savoia, curata da Luigi Cibrario e Domenico Promis nell'ambito delle ricerche sulle origini della dinastia promosse da Carlo Alberto. La storia sabauda venne così dotata di uno strumento che a lungo rimase unico nel panorama storiografico dei principati italiani. I due marchesati di origine aleramica, Monferrato e Saluzzo, rimasero ai margini: solo i sigilli equestri di Guglielmo VII e di Teodoro I fecero una timida comparsa nella mostra del 1939 su Gotico e Rinascimento in Piemonte, in una sezione dedicata con acume da Vittorio Viale alle microtecniche applicate all'ambito dei sigilli e delle monete. In tempi recenti ho provato a colmare questa lacuna con un repertorio di sigilli dei marchesi di Saluzzo e in questa sede tenterò la medesima operazione con i Monferrato, non meno interessanti quando si pensi alla maggiore rilevanza politica e ai rapporti dinastici, di ben più ampio respiro rispetto ai cugini saluzzesi. Il repertorio che segue comprende i sigilli dei marchesi di Monferrato dal XIII secolo alla morte nel 1533 di Gian Giorgio, ultimo marchese di stirpe paleologa. A tale data Carlo V avocò a sé il marchesato in quanto feudo dell'Impero, per assedo nel 1536 a Margherita Paleologa, moglie di Federico II Gonzaga, e per questa via ai duchi di Mantova. L'elenco non ha la pretesa di essere completo, ma vuole essere un sondaggio risultante in buona parte dallo spoglio di fondi dell'Archivio di Stato di Torino inerenti al marchesato di Monferrato, che rappresentano in tutto, o quasi, quanto sopravvive dell'antico archivio marchionale5. Il materiale rilevato è stato integrato con dati tratti da repertori editi e da altre fonti inedite. La ricerca ha fornito dati rilevanti per la ricostruzione della rappresentazione dinastica e l'ideologia politica dei marchesi di Monferrato, attraverso l'esame delle legende e delle figurazioni araldiche. In quest'ambito particolare si sono potute stabilire con maggior precisione cronologia e attribuzioni. Sappiamo ora, ad esempio, che lo stemma composito (o grand'arma) con i vari elementi che rinviavano all'origine bizantina, all'antico regno di Tessalonica, ai dominii pretesi di Maiorca e Barcellona leggendaria ascendenza sassone tramite Aleramo entrò in uso nella seconda metà del XV secolo, con Guglielmo VIII; o che spetta a Maria di Serbia lo scudo inquartato, al l ° e al 4° della casa imperiale d'Oriente (Paleologo), di rosso, all'aquila biczpite d'oro; al 2° e al 3°, d'argento, al leone di rosso; sul tutto, di rosso, al palo d'argento che figura su importanti manufatti dell'arte casalese rimasti sinora di incerta attribuzione - il reliquiario del piede di Santa Margherita a Crea, e a Casale un capitello in San Domenico, il soffitto di casa Beccaris, l'Antifonario del Comune dei Santi dell'Archivio Capitolare. Sappiamo altresì che la croce tetragrammata che compare nel grande stenuna dei Paleologi e di lì trapassò in quello di Casale nulla ha a che fare con la Serbia e con Maria, come si è voluto a lungo, ma figurava già in un sigillo di Teodoro II in riferimento all'Impero d'Oriente, e passò poi a ricordare il dominio su Tessalonica. [..] |
SOMMARIO Luisa Clotilde Gentile Sigilli dei marchesi di Monferrato Fabrizio Spegis Convenzione tra Verolengo e S. Sebastiano Po: attriti locali e politica generale Antonella Perin Appunti di un nobile casalese. Tommaso Maria Mossi in viaggio per l'Europa (1781- 1784) Chiara Devoti e Carla Solarino Celebrazioni e apparati effimeri a Casale sullo scorcio del Seicento. Due macchine di Giovanni Battista Scapitta Recensioni e segnalazioni Attività dell'Associazione 2006 Elenco dei Soci |
 
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