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UN NATAL DA MAT CON LA FAMIJA BOTTERO
Quando il teatro non è soltanto semplice recitazione o tiepido riempimento della scena, ma una vera e propria arte finalizzata alla riscoperta delle radici e delle tradizioni. L'uomo antico e l'uomo moderno che leggiadramente si mettono a nudo all'unisono, e portano così in scena la schietta quotidianità degli uomini qualunque. Un Natal da mat con la Famija Bottero è dunque il trionfo di questo mondo che affascina e scuote gli animi, che sconfigge per un attimo la frenesia del tempo per riscoprire l'autentico valore dei sentimenti e delle "piccole cose". E così il Presepio che dischiude la scena,
e dopo esserne diventato protagonista, accetta di sorreggere sulle proprie spalle il simbolo della comunione e della fratellanza: segno indelebile del Natale.
Per un istante, dunque, ci si abbandona al passato così da apprezzare in una formula nuova il teatro piemontese, fatto di cortesie, di burle e di usanze ancestrali.

PREFAZIONE

«Un Natal da mat con la Famija Bottero» è il titolo di questa commedia in Piemontese in quanto si tratta di una lingua che identifica e rappresenta una cultura profondamente radicata in quella che è poi diventata la storia d'Italia. Il teatro è una delle forme d'espressione di una cultura, forse la più completa perché racchiude in sé la prosa ed anche la poesia, con tutte le possibili sinergie. È proprio quando il teatro si avvale di una forma linguistica legata profondamente ad un popolo che riesce a portarlo in scena, con í suoi gesti, con i suoi difetti, con le sue peculiarità; ecco allora che nasce una vivacità, una spontaneità particolare, un legame vero con il territorio e con la sua identità. Queste cose non si potrebbero certamente ottenere se la forma d'espressione fosse una lingua esteriore al contesto in cui si svolgono i fatti, una lingua veicolare che sia stata imposta e che cerchi di sovrapporsi, se non addirittura di distruggere quella ancestrale.
È l'utilizzo della lingua che è spontaneamente parlata da chi è presentato sulla scena, offre il grande vantaggio di non avere necessità di traduzioni, di trasposizioni o d'altre operazioni d'adattamento verbale e linguistico. Sono proprio le espressioni più schiette, caratteristiche di un popolo, che ne permettono una rappresentazione vera, onesta e al tempo stesso particolarmente vivida. È solo con l'ascolto di questi modi di dire, di queste parole a volte estremamente precise nella definizione di un oggetto o di una situazione, che sí può trasmettere l'esatto stato d'animo di quei personaggi che diventano vivi e reali sul palcoscenico, con la capacità di cogliere i piccoli brandelli di una vita semplice e amalgamarli, tesserli
come fili preziosi per farne una stoffa meravigliosa.
Mi torna alla memoria una risposta emblematica di Eduardo De Filippo a chi gli chiedeva dove trovasse tanta valida ispirazione, da dove riuscisse a estrarre quei suoi personaggi così definiti, ed egli rispose, in modo semplicissimo, che era la vita il baule da cui traeva i suoi soggetti e le sue trame. La vita che scorre quotidianamente attorno a noi è un serbatoio immenso per il drammaturgo, basta saper fermarsi e osservare.
Ebbene in questa vicenda famigliare, con risvolti comici e drammatici, si ritrova propriamente una famiglia con i suol gesti, con le sue manie, con le sue esagerazioni, nelle sue normalità e nelle sue piccole o grandi pazzie. Come d'altronde molte famiglie piemontesi sono state, e sono tuttora, ricche di argomenti e di caratterizzazioni che un autore può trasformare in teatro.
In questo caso sono sufficienti un Natale, un presepio, una famiglia qualsiasi con i problemi normali che la cronaca ci racconta quotidianamente e il gioco è fatto. La lingua fa il resto: definisce, particolareggia, incide, dà spessore, fornisce sfaccettature nuove, crea atmosfere e identifica, come fa la musica con le parole di una canzone. La caratterizzazione dei personaggi fluisce poco alla volta, con la loro apparizione in scena, e dà vita alle situazioni che alternano, s'intersecano, si mescolano ruotando attorno a pochi elementi fissi, quali il Presepio, i soldi scomparsi e i contrasti di una famiglia non troppo normale, se si considerano le varie manie e pignolerie.
[..]

MICHELE BONAVERO
Michel dij Bonavé





Stefano Boscolo

UN NATAL DA MAT CON LA FAMIJA BOTTERO

editore IL PUNTO - PIEMONTE IN BANCARELLA
edizione 2012
pagine 92
formato 13x18,5
brossura
tempo medio evasione ordine
ESAURITO

12.00 €
12.00 €

ISBN : 978-88-88552-94-1
EAN : 9788888552941

 
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