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PIEMONTE

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Il potere delle arti visive, e della fotografia in particolare, è cogliere e fermare in uno scatto l'anima di un luogo per aiutarci a leggerlo con gli occhi, percepire sfumature che spesso le parole da sole non sono in grado di catturare. Il senso di questo lavoro è quindi proprio quello di raccontare la nostra terra, i suoi tanti volti, la sua specificità senza retorica né campanilismi, con il solo filtro dell'obbiettivo.
Passato e presente si rincorrono in queste pagine e fanno emergere una vocazione al cambiamento che da sempre appartiene al Piemonte e al suo capoluogo: Torino, simbolo del Risorgimento e dell'unificazione, prima capitale d'Italia, città dell'industria automobilistica italiana, è oggi una moderna metropoli europea, culla di avanguardie artistiche, vivace polo culturale della nostra penisola, dinamica e aperta alla trasformazione. Un'inclinazione che è diventata tratto distintivo di un territorio dal carattere forte, legato alle tradizioni ma anche pronto a innovare e reinventare la propria immagine.

The visual arts, particularly photography, have the power to capture in an instant and hold for ever firm the soul of a piace, to help us read it with our eyes, and perceive the nuances words alone could not convey. The scope of this work, therefore, is the recounting of our region and its many facets, its specific features, filtered solely by the lens, innocent of rhetoric and chauvinism.
Past and present run together throughout these pages to illustrate the readiness to change that has always been a characteristic of Piedmont and its chief town: Turin, symbol of the Risorgimento and unification, Italy's first capital, home of the Italian automotive industry, is now a modern European metropolis, cradle of artistic pacesetters, and a lively cultural pole in Italy, dynamic and open to transformation. An inclination that has become the distinctive trait of an area with a strong character, tied to traditions, but also willing to innovate and reinvent its image.
PIEMONTE
Valerio Castronovo

Il Piemonte è una delle regioni del nostro Paese che ha conservato nel corso del tempo una propria spiccata identità. Tanto tenace e robusto è l'intreccio, una sorta di filo rosso, che è dato riscontrare fra i retaggi del suo passato e le connotazioni che lo caratterizzano ai giorni nostri. Quello che costituisce tuttora il tratto distintivo del Piemonte è la sua secolare vocazione a fare da cerniera, da raccordo, fra l'Italia e l'Europa. L'aspirazione preminente della classe dirigente subalpina, trasmessasi da una generazione all'altra, è stata infatti quella di promuovere e assecondare, all'insegna di un rapporto dinamico fra tradizione e modernità, la formazione di legami sempre più stretti fra la Penisola e il cuore del Vecchio Continente.
All'origine e nei successivi sviluppi di questa idea-forza, che ha accomunato l'establishment politico e l'élite culturale piemontese, hanno contato in misura pregnante le vicende di cui Torino è stata protagonista da oltre un secolo e mezzo a questa parte. Da capitale di una monarchia periferica rispetto al resto d'Italia e per lo più povera in canna al confronto di altre blasonate dinastie della penisola, la città subalpina è divenuta infatti la culla politica del Risorgimento e dell'unificazione nazionale e, poi, una delle artefici della nostra prima ondata di modernizzazione, quale vivaio sia di un capitalismo all'americana (con le sue officine dell'automobile organizzate su modello fordista e i primi sviluppi di l'industria cinematografica) sia di un movimento operaio d'avanguardia (impegnato a prefigurare, con le sue istanze e i suoi propositi, la «Città futura» del socialismo).
Dopo essere stata al centro delle vicende che hanno caratterizzato fra Otto e Novecento l'itinerario del nostro Paese, Torino ha poi rinverdito questo suo ruolo cruciale nel secondo dopoguerra, in quanto divenne l'artefice della motorizzazione di massa e, allo stesso tempo, meta della più ingente immigrazione verso il Nord della gente del Sud in cerca di una sorte migliore.
A forgiare le attitudini e le ambizioni di Torino, quale fucina ed emblema di alcune importanti mutazioni di scenario e di prospettiva avvenute nel corso della nostra vicenda nazionale, hanno contribuito, lungo la strada, le risorse e le propensioni, le «affinità elettive», di un'intera regione. In passato, nel dare avvio alle fortune del capoluogo subalpino, hanno avuto infatti una parte determinte le rendite affluite nelle banche torinesi, che provenivano dalla trasformazione in fertili tenute agricole di vaste plaghe prima sterili, ma anche le rimesse di tanti emigranti stagionali della montagna piemontese, in quanto destinate sovente all'apertura sotto la Mole di minute attività produttive commerciali; altrettanto importante è stato l'ingresso nelle fabbriche del capoluogo piemontese di numerosi giovani contadini, trasformatisi in provetti operai di mestiere.
Inoltre, erano originari della provincia anche i massimi esponenti della vita politica, economica e rurale tra la fine dell'Ottocento e il primo quindicennio del Novecento, in quella feconda stagione, culmine dell'età liberale, che vide Torino e il Piemonte al centro dello scenario della nuova Italia
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PIEMONTE

editore PRIULI & VERLUCCA
edizione 2009
pagine 260
formato 26x31
cartonato con sovracoperta a colori
tempo medio evasione ordine
ESAURITO

59.00 €
59.00 €

ISBN : 978-88-8068-461-9
EAN : 9788880684619

 
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