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Alcune proposte
PIEMONTE
Il territorio, la cucina, le tradizioni
viaggio enogastronomico alla scoperta del buongusto

ALBA E LE LANGHE
Nella terra dei "trifolào"
Il grande fascino di Alba e delle colline langarole, di cui la cittadina è un importante punto di riferimento, è dovuto, oltre che agli splendidi paesaggi che ne caratterizzano il territorio, anche ai tanti miti a cui queste terre sono legate.
Il primo è senz'altro costituito dalla grande epopea dei "trifolào" (termine che, secondo le migliori regole della "lingua" piemontese, si scrive così ma si pronuncia "trifolàu"), gli abilissimi cercatori che, con i loro inseparabili cani, danno la "caccia" all'illustre tartufo bianco, di cui Alba è considerata una delle più importanti produttrici. Intorno al prezioso tubero sono nate molteplici fiere, mercati e manifestazioni, mentre in suo onore è sorto un vero e proprio ordine cavalleresco i cui membri paiono aggiungere ulteriore nobiltà alla già blasonata e raffinatissima cucina di questa terra. Il secondo mito è rappresentato dagli illustri comprensori vinicoli, come quelli del Barbaresco e del Barolo, che hanno occupato tanta parte della storia della regione offrendo ai palati più raffinati vini di straordinario valore. Le vicende legate alla nascita e al progressivo affinamento di queste specialità vinicole famose in tutto il mondo vengono ripercorse in queste pagine insieme a quelle di altri vini di notevole livello, come il Dolcetto, il Pelaverga o il Nebbiolo, che insieme ai famosi "tenimenti" di Fontanafredda e di La Morra qualificano queste terre come una vera e propria "culla del vino" di alta qualità. [..]



aa.vv.

PIEMONTE - ASTI

editore BONECHI
edizione 2007
pagine 128
formato 20x26
cartonato
tempo medio evasione ordine
ESAURITO

11.90 €
11.90 €

ISBN :
EAN : 9788847621206

 

LE TERRE DEL BARBERA E DEL MOSCATO
"Di là dal Tanaro", tra Barbera e Moscato

Il territorio attraversato dalla valle del Tanaro, che divide in due parti la "terra d'Astesana", come un tempo veniva denominato l'antico contado di Asti, oltre ad offrire alla vista un dolce paesaggio collinare rappresenta anche la culla di esclusivi prodotti tipici, come il famoso "cardo gobbo" o il "peperone quadrato", e delimita un comprensorio vinicolo di eccezionale qualità. È in questa zona, infatti, che è nato il Barbera moderno — o meglio "la" Barbera, come la chiamano da queste parti — impostato, nei primi decenni dell'Ottocento, dal marchese Filippo Asinari di San Marzano e sviluppato, nel corso del Novecento, da geniali generazioni di enologi. Mentre fra le colline di Canelli è cresciuta, soprattutto, l'illustre produzione del Moscato, origine e fondamento del notissimo spumante astigiano. In questa terra, la cosiddetta "Astesana di là dal Tanaro", apparentemente frammentata in microscopiche realtà municipali, orgogliosamente arroccate intorno a cento e più campanili, il filo conduttore che unisce i singoli borghi, oltre alle comuni radici storiche e all'identità condivisa, è costituito proprio dal vino e dalle sue più antiche tradizioni. E la vigna, oltre a caratterizzare da molti secoli il paesaggio materiale ed umano di queste terre, sostenendone l'economia in modo quasi assoluto, costituisce anche il presupposto fondamentale di una civiltà gastronomica senza pari, elaborata nel tempo ad opera del mondo contadino. [..]

ASTI
Un "crocevia" di civiltà e... sapori
Asti può essere considerata una piccola ma preziosa capitale del vino e della gastronomia. "Musa" ispiratrice dello spumante più famoso del mondo, capoluogo di un'area vinicola fra le più ricche e più significative d'Italia, culla di grandi vini, come Moscato, Freisa e Barbera, Asti è depositaria di una tradizione gastronomica che costituisce la sintesi, e quasi la sublimazione, delle migliori specialità piemontesi: dalla "bagna càoda" al gran bollito, dagli agnolotti al fitto misto, dallo stufato al "bonèt".
Questa sorta di simbolico primato, per cui Asti e il suo territorio, con i loro "tesori" vinicoli e culinari, sembrano qualificarsi come "portavoce" dell'odierno Piemonte enogastronomico, deriva in realtà dalla particolare posizione, geografica e culturale, che la città e il suo antico stato, l'Astesana, hanno mantenuto per secoli fra comprensori di antica e illustre tradizione, divenendo un importante punto di incontro e di fusione tra la civiltà subalpina, con i suoi caratteri di rigore ed essenzialità, le realtà produttive della pianura padana e gli echi, così sorprendenti e significativi, del mondo mediterraneo, giunti fin qui attraverso la mediazione delle coste liguri e provenzali. [..]

LA LANGA ASTIGIANA E IL CUORE VERDE
Oltre la Bormida e "di qua dal Tanaro"
Le splendide colline della Lunga Astigiana, situata a sud di Asti, a stretto contatto con le Langhe del territorio cuneese, e lambita dal corso del fiume Bormida, si confrontano in queste pagine con i bellissimi paesaggi della cosiddetta "Astesana di qua dal Tanaro", che si estende invece oltre le rive di questo fiume, a nord del capoluogo. Si tratta delle due estremità della provincia di Asti, che coronano a distanza la città con la bellezza di paesaggi unici, molto apprezzati da viaggiatori e turisti, attratti da queste zone collinari di notevole interesse sia per il valore dei loro ambienti naturali che per la qualità dell'offerta gastronomica.
Mentre la Langa Astigiana si proietta verso l'Appennino Ligure, il territorio a nord del Tanaro giunge a lambire, ad ovest, la pianura torinese, aprendosi ad est nella vallata del torrente Versa, che per secoli ha costituito il confine con l'attiguo Monferrato. "Questa terra", ricorda Gianluigi Bera, "ha una straordinaria ricchezza di memorie storiche e artistiche, retaggio ed emblema della millenaria appartenenza alla 'patria astese': pievi romaniche, castelli feudali, intatti borghi medioevali, `villenove' fondate dal comune di Asti, parrocchiali e ville barocche". Se la storia e l'arte hanno lasciato importanti testimonianze, le particolarità ambientali dell'Astesana settentrionale hanno sempre suscitato meraviglia fra i viaggiatori che, nei secoli passati, si soffermavano in questi luoghi. "Queste basse collinette", scriveva Giuseppe Baretti atla metà del Settecento, "nulla cedono in bellezza alle più belle che mai poeti e romanzieri s'abbiano sognate". [..]
   
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