A Giaglione, comune alpino di lingua francoprovenzale, il complesso ciclo festivo diventa un'importante risorsa per rinnovare, con una certa frequenza, i legami comunitari. La festa ha un ruolo di mediazione, di regolazione dei ruoli (essa mette in connessione abitanti di frazioni diverse, uomini e donne, diverse generazioni) e veicola saperi incorporati. La festa è un sistema complesso che si compone di molti elementi; ogni partecipante - attivo o passivo - trova la sua funzione, prende parte all'evento e alla sua preparazione. È questo che lega i nodi della rete sociale: tutti garantiscono che la macchina festiva funzioni e che quindi la comunità si costruisca continuamente, rinnovando la tradizione.
Un'etnografia del presente
Per accompagnare colui che si accinge alla lettura di questo libro è necessario, prima di tutto, che gli venga spiegato di che cosa si tratta e quali sono stati i motivi che hanno spinto un gruppo di persone - che la frequentazione ha reso un gruppo affiatato di amici - a scrivere delle tradizioni festive di Giaglione, un paese di circa 700 abitanti della media Valle di Susa, in Piemonte.
Il rinnovato interesse per le forme e i saperi tradizionali ha portato negli ultimi decenni al recupero di riti e pratiche che dal secondo dopoguerra, nelle campagne e nelle valli montane piemontesi, erano in via di regresso, se non addirittura di sparizione. A Giaglione le tradizioni comunitarie non hanno mai cessato di essere praticate e a metà degli anni Settanta, grazie alla sensibilità di alcuni abitanti, tra i quali il maestro Paolo Gras, prematuramente scomparso, è stato recuperato anche l'uso di alcuni «oggetti simbolici», tra i quali il bran, caduti in disuso in concomitanza con il secondo conflitto mondiale e che caratterizzano il complesso ciclo di feste che si celebra durante l'anno con l'intensa partecipazione della popolazione locale.
A Giaglione la continuità della pratica ha consentito il passaggio dei saperi collettivi, carichi di valenze identitarie, da una generazione all'altra. In questo senso la partecipazione al rituale definisce il «noi» e rinsalda il sentimento di comunità.
Linteresse per il ciclo festivo giaglionese deriva da più fattori. In primo luogo, non si tratta di un singolo evento, ma di un calendario articolato di momenti festivi e rituali che coinvolge una serie di attori, uomini e donne di età diversa. Si potrebbe addirittura parlare di due cicli festivi interni al paese e di un ciclo esterno, che interessa alcuni paesi vicini e nel quale la comunità giaglionese è storicamente inserita. L'inizio del ciclo annuale più ampio, che ingloba le principali feste religiose e alcuni appuntamenti laici, viene fatto coincidere con il ciclo che si può definire «delle priore» che si inaugura la 1' domenica di ottobre in cui si festeggia la Madonna del Rosario.
Le priore sono sei donne, due giovani nubili, due sposate e due anziane alle quali è affidata l'organizzazione delle sei principali feste annuali.
Il calendario interno alla comunità conta però anche il ciclo festivo «delle borgate» o «delle cappelle» e quello della confraternita maschile. A queste vanno ad aggiungersi le date in cui si collocano altre ricorrenze religiose e laiche.
Il calendario interno si collega a quello esterno alla comunità. tenendo conto delle feste dei paesi vicini con cui Giaglione ha sempre intessuto rapporti sociali e economici: Chiomonte. soprattutto con la frazione di le Ramats, Novalesa, Venaus, Mompantero con la frazione Urbiano, Gravere e i comuni francesi di Lanslebourg, Termignon e Bramans'. «Il calendario contadino», scrive Paolo Sibilla, «è il risultato di un processo di fusione sincretica di componenti diverse. Esso contiene elementi che si trovano nel culto liturgico dei santi che, adeguandosi al modello arcaico di scansione ciclica delle stagioni, fissa le varie ricorrenze religiose che si alternano o si sovrappongono alle celebrazioni di natura laica o profana»
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SOMMARIO
RINGRAZIAMENTI
INTRODUZIONE
di Valentina Porcellana
Un'etnografia del presente
Giaglione, una comunità alpina
Il tema del dono nei rituali sociali
Ragionando sulla scrittura etnografica
APPUNTI DI STORIA GIAGLIONESE
Giaglione nel Dizionario geografico del Casalis Il canale di Maria Bona, lou gran blalhìe
Gli animali e l'allevamento
Agricoltura e alimentazione
I mestieri e l'emigrazione
UN PAESE DI BORGATE
Cappelle, santi e toponimi
Le borgate del paese
Borgate di mezza montagna
Reliquie e feste
LE CONFRATERNITE
IL «CICLO FESTIVO DELLE PRIORE»
Santa Caterina
San Vincenzo
Corpus Domini
Madonna del Rosario
L'abito festivo
Lou bran
GLI SPADONARI E LA BANDA MUSICALE
La danza delle spade
La ricerca delle origini
Le spade di Giaglione nella prima metà del Novecento
Gli spadonari e la milizia
Prima della banda
I musici e la milizia paesana
La «Società Filarmonica Giaglionese»
ALTRE FESTE
Santa Infanzia (6 gennaio)
Sant'Orso (1 febbraio)
Martedì grasso di Carnevale Periodo di Pasqua
IL CULTO DEGLI ALBERI
di Lia Zola
Manifestazioni rituali nel calendario festivo del Piemonte montano e pedemontano
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI |
aa. vv.
RITI E CICLI FESTIVI NELLA COMUNITA' FRANCOPROVENZ
editore PRIULI & VERLUCCA
edizione 2009
pagine 96
formato 21x29,7
brossura editoriale con sovracoperta rigida plastificata
tempo medio evasione ordine ESAURITO
17.50 €
17.50 €
ISBN : 978-88-8068-422-0
EAN : 9788880684220
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