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| ROERO viaggio in una terra ritrovata |
| INTRODUZIONE di Elisabetta Soletti "Un uomo si propone il compito di disegnare il mondo. Trascorrendo gli anni, popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di navi, d'isole, di pesci, di dimore, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l'immagine del suo volto" (Jorge Luis Borges). Anche il paesaggio del Roero è volto e storia, memoria e cultura. Ricostruire le fasi delle erosioni e delle sedimentazioni fluviali e dei depositi alluvionali che si sono succedute nei millenari tempi geologici significa scendere nel cuore della terra, significa aprire come in un libro le pagine di queste selvagge e aspre colline per consegnare alla nostra memoria le gigantesche mutazioni morfologiche e strutturali che conferiscono a questo territorio il suo inconfondibile profilo. Un profilo di scoscesi e cupi calanchi, di ampie distese boschive, di macchie di rovi ieri, che oggi si confonde e si alterna con il disegno elegante e geometrico dei vigneti intervallati dai pescheti, dai noccioleti, qua e là dalle strisce di fragole, ad addolcire e a rendere cordiale e familiare l'asprezza delle rive. La terra trattiene nei suoi solchi e nelle sue scabre fenditure tracce di forme elementari di vita vegetale ed animale che ci trasportano in epoche preistoriche ben oltre la presenza dell'uomo, e che sono consegnate al nostro sapere dalle razionali e rigorose tassonomie scientifiche minerali, botaniche e animali. Infatti fino a poco tempo fa era un piacevole passatempo per i ragazzi scavare un poco sotto la crosta d'argilla e di tufo per affondare le mani nella sabbia e riportare alla luce fossili e conchiglie. Su questo zoccolo antico nel corso dei secoli si sono sedimentate le testimonianze nobili o umili, memorabili o senza nome, della presenza e del lavoro dell'uomo. Da una qualunque posizione elevata lo sguardo abbraccia e inquadra in un'ampia prospettiva i bellissimi castelli, da Cisterna d'Asti a Santa Vittoria d'Alba, da Baldissero d'Alba a Monteu Roero e Monticello, maestosi e severi fondali che chiudono in un panoramico cerchio il territorio del Roero e che sembrano richiamarsi l'uno con l'altro. E accanto alle superbe costruzioni in pietra le rosse torri di mattoni di Montaldo Roero, di Santo Stefano Roero e di Corneliano d'Alba che sembrano il naturale prolungamento dei colli tufacei su cui si innestano e sorgono. |
INDICE Presentazione Introduzione di Elisabetta Soletti Le colline ridestate di Gianluca Soletti Cap. I Torri e castelli di Baldassarre Molino Cap. II La genesi delle colline di Umberto Soletti Museo Civico Craveri, Bra Museo Civico E Eusebio, Alba Cap. III Pagine di Storia di Baldassarre Molino Museo Archeologico e Storico Artistico, Bra Cap. IV Passeggiata nel Roero di Gian Mario Ricciardi Cap. V La terra, la gente di Luciano Bertello Museo arti e mestieri di un tempo, Cisterna d'Asti Cap. VI Il mondo tradizionale di Antonio Adriano Cap. VII La casa rurale di Antonio Adriano Museo dei soffitti in gesso, Magliano Alfieri Cap. VIII Vite, vigna, vino di Massimo Martinelli e Gian Mario Ricciardi Cinzano Glass Collection, S.ta Vittoria d'Alba Cap. IX Dalla terra alla tavola di Luciano Bertello Cap. X Elementi d'arte nelle chiese del Roero di Walter Accigliaro Indice fotografico |
 
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