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I SARACENI
in Piemonte, in Provenza e nelle Alpi nel X secolo
INTRODUZIONE

Il paese di Oulx, mio luogo di nascita, è dominato dalla torre dei Saraceni del borgo vecchio e dalle grandiose grotte dei Saraceni del monte Seguret.
Da bambino cercavo di immaginare i Saraceni che, arrivati dal mare, erigevano torri e scoprivano miniere. Più tardi, con un certo disappunto appresi che la torre era una torre delfinale e che, quanto alle grotte, era estremamente improbabile che fossero state delle miniere per i Saraceni; mi venne allora forte il desiderio di conoscere quale era stato veramente il ruolo dei Saraceni nella storia del paese e della valle.
Così, nel tempo libero iniziai a raccogliere materiali a partire dall'opera del Luppi, che lessi con ammirazione, salvo poi accorgermi, trovata l'opera del Patrucco, che il Luppi aveva tratto profonde "ispirazioni" dal Patrucco stesso, da lui citato solamente a proposito delle leggende saracene.
Fondamentale fu pure la lettura della cronaca della Novalesa e la conoscenza più profonda dell'opera di Liutprando, lo storico per eccellenza dei Saraceni e di quella di Rodolfo il Glabro. Con stupore e piacere, mentre visitavo una mostra a Cordova in Andalusia scoprii in uno dei libri della mostra un saggio del Sénac su Frassineto, che mi aprì la porta verso le poche ma interessanti notizie che si possono avere da fonte araba.
Negli ultimi anni ho visitato numerose biblioteche, dalla Braidense all'Ambrosiana, alla Sormani di Milano, alla piccola, fornitissima biblioteca di Briancon, agli archivi dipartimentali di Aix, Gap, Draguignan e Grenoble, alle biblioteche nazionali di Roma, Madrid e Parigi, alle biblioteche nazionale, reale e civica di Torino, al centro di studi liguri di Bordighera, alla biblioteca della Scuola Francese di Roma. Poco per volta si è accesa qualche luce sulla vicenda dei Saraceni che, nel X secolo, si insediarono a Frassineto e fecero razzie per le Alpi per quasi cento anni; le luci sono rimaste purtroppo abbastanza tenui, perchè gli elementi certi sono veramente pochi.
Molti personaggi hanno però preso forma, da Ugo d'Arles ad Ottone I e a Corrado il Pacifico, dal monaco Domniverto priore della Novalesa che fuggì davanti ai Saraceni, a Liutprando storico, vescovo e diplomatico, da Arduino il Glabro e Guglielmo di Provenza, che espulsero i Saraceni, a S. Maiolo, a Giovanni di Gorze, a Recemundo, il vescovo cristiano inviato del califfo di Cordova presso Ottone I, ai capi saraceni Sagitto, Aimone e Nasr b. Ahmad.
Anche gli storici che hanno trattato il tema sono usciti dall'ombra, dagli annalisti contemporanei ai fatti, ai primi storici del 600, dal figlio di Nostradamus che s'inventa un progenitore dei Savoia tra i vincitori dei Saraceni, al Bouche, agli storici del Delfinato che animarono vivacissime discussioni su S. Ugo di Grenoble al Roman, implacabile distruttore di miti sui Saraceni, al Muratori, ai Bollandisti, al Mabillon, agli editori tedeschi dei Monumenta Germaniae Historica, a tutti gli storici italiani che nell'Ottocento pubblicarono i cartolari dei monasteri.
La mia indagine ha volutamente trascurato leggende e tradizioni orali cercando di fare il punto su cosa è effettivamente storicamente provato sui Saraceni in Provenza, nelle Alpi e nelle regioni circostanti.
L'analisi di molti testi ha rivelato che, in molti casi, lungo i secoli, la fantasia degli storici è riuscita a costruire evidenze avallate solamente da citazioni di opere precedenti ma alla cui base non c'e una realtà documentata.
È certo, d'altra parte, che l'episodio della presenza saracena è stato sopravvalutato nell'Ottocento. Credo che il saggio più acuto sulla vicenda sia stato quello del Settia, che invita a riscrivere quella storia. Questo ho cercato di fare, facendo parlare i documenti e affinché questi fossero fruibili da un pubblico più vasto ho tradotto i testi latini, francesi, tedeschi, inglesi, spagnoli. Anziché riportare le fonti e poi costruire una narrazione ho preferito procedere nella ricostruzione della vicenda saracena presentando e commentando i testi più importanti. Alcune volte, preso dal fascino dei testi medioevali posso averli riportati anche oltre lo scopo specifico. Ho riportato i testi originali nell'appendice V.
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INDICE

Introduzione

CAPITOLO 1
Il quadro politico in Italia e in Provenza dall'anno 885 all'anno 1000
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Capitolo 2
I Saraceni: chi erano, come arrivarono e il luogo del loro insediamento
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Capitolo 3
La data dell'insediamento

Capitolo 4
I Saraceni si rafforzano a Frassineto e davastano la Provenza orientale
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Capitolo 5
La devastazione in Borgogna
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Capitolo 6
Il controllo dei passi delle Alpi occidentali e centrali
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Capitolo 7
Le incursioni in Liguria
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Capitolo 8
I Saraceni nel basso Piemonte
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Capitolo 9
La Novalesa

Capitolo 10
Oulx e San Giusto
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Capitolo 11
Novara, Vercelli, Torino e Aosta
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Capitolo12
Le incursioni in Svizzera
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Capitolo 13
Le spedioni contro i Saraceni

Capitolo 14
I contatti diplomatici
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Capitolo 15
Il rapimento di S. Maiolo

Capitolo 16
L'espulsione dei Saraceni
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Capitolo 17
Sintesi e Appendici
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Bibliografia

Indice dei nomi

Indice dei luoghi






Piero Perron

I SARACENI IN PIEMONTE, IN PROVENZA E NELLE ALPI

editore ALZANI
edizione 2009
pagine 272
formato 16,5x24
brossura
tempo medio evasione ordine
ESAURITO

12.00 €
12.00 €

ISBN : 978-88-8170-369-2
EAN : 9788881703692

 
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