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IL SARCOFAGO DI FILIPPO VAGNONE
Committenza e gusto per l'antico
Filippo Vagnone, cortigiano e uomo di lettere piemontese della fine del Quattrocento, scelse di essere sepolto in un sarcofago antico, da lui raccolto insieme a numerosi altri frammenti
scolpiti che rimandavano alla sua prediletta "antiquitas". L'opera venne dunque decorata, sulla base delle sue indicazioni, con le storie di Apollo e le Muse e di Perseo e Andromeda, temi degni di un personaggio arrivò a definirsi "novus Petrarca".
Dopo una serie di traversie, il sarcofago ha trovato collocazione nel Museo Civico di Torino dove è custodito come importante esempio della scultura rinascimentale insieme ad altre opere provenienti dal Castelvecchio di Testona, residenza di Vagnone. Una serie di saggi esaminano la sua figura
di umanista e il gusto per l'antico di cui egli fu interprete, mettendone a fuoco gli aspetti storici, letterari e figurativi.

INTRODUZIONE
(l'opera in museo)
Simone Baiocco

I saggi qui raccolti costituiscono il risultato di un lavoro corale, che si è protratto per alcuni anni allo scopo di mettere meglio a fuoco le conoscenze sul sarcofago di Filippo Vagnone (inv. 474/PM), una delle opere importanti rispetto alle quali ci sentivamo come in debito, dopo la riapertura al pubblico delle collezioni nel 2006: opere di cui volevamo sapere di più per comunicarne meglio i valori.
Prima ancora, in realtà, il Museo aveva affidato a Francesca Petrucci il compito di una prima verifica sull'opera e di questo lavoro si trova ovviamente una traccia nel suo saggio attuale, che affronta la cultura figurativa di Filippo Vagnone - specchio in qualche modo della sua cultura letteraria - attraverso la chiave della complessa iconografia delle sculture. Poi, all'interno dello staff del Museo, Carlotta Margarone ha iniziato ad affrontare il 'caso' portando avanti un esteso controllo dei documenti, uno studio capillare delle fonti e dei possibili confronti. Sulla scorta del suo lavoro, si è cercato l'ausilio di altri esperti i quali, per competenze e per curiosità, erano pronti a condividere gli stimoli e gli interrogativi proposti dal sarcofago e soprattutto dalla biografia del personaggio cui esso è legato.
A Luisa Gentile e a Luca Bianco abbiamo chiesto così di inquadrare Vagnone rispettivamente nell'ambiente delle élites piemontesi di quel momento (soprattutto nel contesto della corte sabauda) e nella complessa geografia letteraria che attraversa le corti dell'Italia settentrionale e non solo. Ne è emersa, ci pare, la figura di un umanista un poco nostalgico che gestiva con qualche successo una rete di rapporti sociali, istituzionali e letterari non trascurabile, su cui ora abbiamo uno sguardo più completo.
Mi pare corretto evidenziare da subito i punti non risolti e gli interrogativi cui queste ricerche, consapevolmente, non sono ancora in grado di rispondere in modo compiuto. Il primo è conseguente alla constatazione, confermata dai documenti qui discussi, che il sarcofago costituisce un esempio importante di riuso dell'antico. Su questo tema sono stati fruttuosi i colloqui con Cristina Maritano e con Maurizio Gomez Serito (cui va un affettuoso ringraziamento), ma sarà importante sviluppare ulteriormente i confronti con un'ampia casistica di sarcofagi antichi, reimpiegati o meno, anche per verificare da un punto di vista tecni-co le modalità con cui quello di Vagnone è stato riscolpito.
Laltro fronte su cui speriamo che questi saggi siano di stimolo a nuove rifles-sioni è quello dello stile dell'opera e del modo in cui essa si colloca nel contesto complesso della scultura lapidea tra la fine del Quattrocento e i primi del Cinquecento, tra Piemonte e Lombardia. Da questo punto di vista, come apparirà chiaro, ci si è fermati al suggerimento di una relazione del sarcofago Vagnone con alcuni apporti degli scultori di tradizione e di origine lombarda nei territori dell'attuale Piemonte; di questi aspetti abbiamo discusso in qualche occasione con Massimiliano Caldera, Giovanni Romano e Marco Tanzi, anche se è ovvio che il ringraziamento loro dovuto non mira a coinvolgerli nella responsabilità di una soluzione ancora provvisoria.
[..]
SOMMARIO

Introduzione (l'opera in museo)
SIMONE BAIOCCO

«Eius est salis, eius elegantiae et eruditionis»
Fonti storiche e ricerche d'archivio
per Filippo Vagnone e la sua committenza.
CARLOTTA MARGARONE

Filippo Vagnone, «magnifico cavaliere»
LUISA CLOTILDE GENTILE

Filippo Vagnone, committente di sculture
FRANCESCA PETRUCCI

Tra Delitias e Macaroneas.
Indagini e dubbi su Filippo Vagnone poeta.
LUCA BIANCO

Bibliografia




a cura di Simone Baiocco

IL SARCOFAGO DI FILIPPO VAGNONE

editore L'ARTISTICA
edizione 2011
pagine 86
formato 14x28
brossura con alette
tempo medio evasione ordine
2 giorni

16.00 €
16.00 €

ISBN : 978-88-7320-249-3
EAN : 9788873202493

 
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