«Densissima, minuziosa, attenta, fedele ad una sua alta dottrina, la storia di Michele Ruggiero parte dal Neolitico e si conclude 
      con Torino capitale. I secoli rotolano l'uno 
      nell'altro, con lampi e tuoni e scariche di idee e di atteggiamenti, sorretti o travolti dalle armi, dagli strumenti del lavoro, dai conflitti esterni e interni. Perché questa vecchia briciola chiamata Piemonte fu crocevia europeo difficile, si difese tra contrasti enormi, trovò un'identità mille volte sbrindellata e ricostruita tra sapori di sangue, nebbie, montagne, ribalderie, perbenismi anche esasperati». 
       
PRESENTAZIONE 
 
    Scriveva Alain, in uno dei suoi "Propos", che la miglior storia è sempre un libello", che "la vera storia è indecifrabile" che "la verità, per noi uomini che abbiamo la vista corta, è momentanea". 
    Può sembrare paradossale citare il grande Alain per una breve e non storicistica nota a proposito di un così nutrito libro di storia, e di storia nostra. Ma proprio uscendo dalla lettura di queste pagine e dalle infinite spirali di tante vicende umane, regali, guerresche e avventurose, un giudizio con Alain ci conforta: restituisce misura critica, disposizione più serena nel guardarci intorno, ed una "pietas" che non può non muoverci nel ripensare a quanto accadde, precipitò, rovinò, risorse in questo vecchio angolo di terra chiamato Piemonte. 
    Densissima, minuziosa, attenta, fedele ad una sua alta dottrina, la storia di Michele Ruggiero parte dal Neolitico e si conclude con Torino capitale. I secoli rotolano l'uno nell'altro, con lampi e tuoni e scariche di idee e di atteggiamenti, sorretti o travolti dalle anni, dagli strumenti del lavoro, dai conflitti esterni e interni. Perché questa vecchia briciola chiamata Piemonte fu crocevia europeo difficile, si difese tra contrasti enormi, trovò un'identità mille volte sbrindellata e ricostruita tra sapori di sangue, nebbie, montagne, ribalderie, perbenismi anche esasperati. 
    La storia del Piemonte e dei piemontesi che ne fanno testimonianza è una perfetta, tormentatissima esplorazione in un mondo di frontiera. Perché fu a cavallo di ogni frontiera che nacquero tutte le storie. Perché è a ridosso di fiumi e montagne che armati e disarmati, re e popoli, briganti e predicatori si scontrarono per disegnare e imprimere il loro diverso marchio. [...] 
    Toccherà agli storici veri mettere nei loro conti e misurare sulle loro bilance la fatica di Michele Ruggiero. Ad un lettore attento, ovviamente non banale, ma sempre impreparato davanti alle "istorie"(e chi non lo è) questo libro concede un lunghissimo viaggio, talmente sovraccarico di episodi godibili da impedirci, qui e ora, di operare citazioni e scelte a scapito di altre possibili citazioni e altre doverose scelte. 
    Gli assedi, i conflitti, una città o una pianura diventate luogo di morte per fanti e cavalieri e principi, le opere che spronarono alcuni re, le alchimie diplomatiche, tutto è allineato ed in un linguaggio di piana giustezza. Ma, oltre i dati e proprio scaturendo da questo linguaggio, escono gli odori dei tempi, sale il fremito di un vivere accidentato e talora glorioso (ma senza una specifica e cesarea "volontà di gloria"). Ritroviamo in questo modo i luoghi ben conosciuti di una terra e di costumi che molti di noi portano ancora nella trama del carattere. Ritroviamo gli umori ferrigni e anche le titubanze e persino certe viltà, in cui l'uomo d'ogi dovrebbe rivedere se stesso seccmdo l'angolazicme di quelle luci antiche. 
    Grande pregio di ogni libro - sia o no storia - consiste nel voler persuadere, e solo dopo trascinare. L'incanto deve sottostare ad una ragione, ad una logica interna, e non spargere olezzi ingannatori. Questo libro ha tanta onestà da obbedire alla regola. Spiega, accompagna, raduna, allinea ogrzi documento, non cede a velleità di squilli. E di questo lo ringraziamo. Anche in questo il libro è "piemontese", il sottolinearlo è un ulteriore dato, non un vano elogio piovuto dal campanile. 
    Facciamo i conti con questa storia. Ci riguarda. È' il grembo che ci ha dato certi sentimenti, certe credenze e persino certi gesti. È' la stermiilata, ruvida carta d'identità che portiamo sulle spalle. Senza riverenze e senza nostalgie, possiamo visitarla come si visita un tempio solitario nella giungla. Ogni pietra di questo tempio ci rispecchia. 
     
    Giovanni Arpino 
    Torino, settembre 1979 | 
    INDICE 
       
      Presentazione 
      I	I primi tempi 
      II	Longobardi, franchi e saraceni 
      III	I nuovi signori 
      IV	Trionfi e tragedie 
      V	Sulle strade 
      VI	Il primo duca 
      VII	Cent'anni 
      VIII	L'altra stagione 
      IX	Avventuroso e temerario 
      X	Miserie 
      XI	Un duca di guerra e d'astuzia 
      XII	Un re di pace 
      XIII	L'erede 
      XIV	Una capitale 
      XV	La Carmagnola 
      XVI	Nell'Impero napoleonico 
      XVII	Il Palmaverde 
      XVIII	L'ultimo dei Savoia 
      XIX	Il periodo carlalbertino 
      XX	Lo Statuto 
      XXI	Le annessioni 
       
      Bibliografia 
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               Michele Ruggiero  
 
 STORIA DEL PIEMONTE  
 
editore LA BELA GIGOGIN  
edizione 2009  
pagine 732  
formato 17x23  
 cartonato con sovracoperta a colori  
tempo medio evasione ordine  2 giorni  
 
40.00 €  
 34.90 €  
 
ISBN : 978-88-89768-33-4  
EAN  : 9788889768334  
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