La prosa e il racconto
possono servire per sottoporre a verifica la poesia in modo indiretto
e controllato? A partire dalla seconda metà degli anni trenta questa
è la speranza o l'illusione di molti poeti italiani: nel momento
in cui il canone lirico prevalso all'inizio del decennio comincia a mostrare
crepe, proprio i responsabili della formalizzazione più spinta
della poesia (Gatto, ad esempio) sono i primi a saltare il fossato del
racconto. Il rischio, intuito da Luzi, è che la 'sincerità'
del narrare svuoti di significato una poesia che si è interamente
affidata alla convenzione formale e all'eccezionalità della lingua.
Esattamente quello che accade negli anni quaranta e cinquanta, quando
il romanzo si profila come il modello vincente e la lirica un'eredità
controversa, difficile da sostenere.
I poeti faticano ad adattarsi a un quadro culturale e ideologico in movimento,
in cui il primato non spetta più alla lirica. Quasi tutti (Caproni,
Saba, Gatto, Sereni...) sono tentati dal romanzo, ma lo vivono con angosciosa
conflittualità nei riguardi della poesia: Ernesto di Saba
si interrompe proprio perchè sta 'divorando' il Canzoniere.
L'opera di Montale porta i segni delle trasformazioni in corso: La
bufera e Farfalla di Dinard - il '56 è davvero una data simbolica
- tentano invano di mettere ordine e ristabilire un equilibrio, salvando
un qualche spazio per la poesia, prima di abbandonarsi completamente all'orgia
autodistruttiva di Satura. Con Montale tramonta la fede in un
canone lirico: nel dopoguerra non è più possibile identificare
un modello forte fra le generazioni più giovani. Si apre una fase
di sperimentazione senza fine che non riesce più a riformulare
un codice generalmente accettato. |
INDICE
1939-1956 "LA POESIA NON ESISTE"
1.
Un problema di periodizzazione
2. 1939-1956: tempo di raccontare, ovvero i poeti nel gioco ambiguo della
prosa
3. Quel canone per gli anni trenta: un'ipotesi di interpretazione unitaria
4. L'illusione dei poeti
5. Fine delle illusioni
CONGEDO DAGLI ANNI TRENTA: CRISI DELLE POETICHE E CRISI DELLA SCRITTURA
1. Gatto fra le prime e le seconde Poesie: un caso tipico?
2. Una svolta alla metà degli anni trenta
3. Ermetismo e tramonto del canone lirico
4. Il dibattito sulle riviste: verso una poesia di traduzione?
5. Uno spazio anche per la prosa?
POESIA, PROSA, RACCONTO: LE INCERTE STRATEGIE DEI PRIMI ANNI QUARANTA
1. Poesia e prosa: verso una ridefinizione dei campi
2. Una chiarezza forse impossibile: prosa e narrativa nella riflessione
dei poeti
3. Una prosa (e un narrativo) a distanza di sicurezza
4. Un'interferenza debole: il 'pretesto' della guerra e della resistenza
nei racconti di Caproni
5. Biografia a Ebe di Luzi, ovvero come si protegge la poesia
rifiutando il narrativo
6. La spiaggia dei poveri vs La sposa bambina: l'incerto pendolarismo
di Alfonso Gatto
GLI ANNI DEL DOPOGUERRA: IL ROMANZO SUBìTO
1. Poesia e romanzo nell'epoca della letteratura di massa
2. Un romanzo scritto guardando alla poesia: La coda di paglia
di Gatto
3. L'ambiguo destino di un romanzo mancato, ovvero l'astuzia di Caproni:
dalla Dimissione al Gelo della mattina
4. Fra Storia e cronistoria del Canzoniere e Ernesto:
le tentazione pericolose di Saba
MECCANICA DELLA DISTRUZIONE DELLA POESIA: FARFALLA DI DINARD
DI MONTALE
1. Una partita aperta
2. Premesse e limiti della Bufera: quando è la prosa a
distribuire le carte
3. Satura prima di Satura: lo spazio dell'impoetico
4. La poesia contro la prosa: La bufera |
Stefano Giovannuzzi
TEMPO DI RACCONTARE
editore DELL'ORSO
edizione 2002
pagine 214
formato 17x24
brossura
tempo medio evasione ordine 2 giorni
16.00 €
16.00 €
ISBN : 88-7694-377-3
EAN :
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