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Alcune proposte
CAVALLI 8 UOMINI 40
Memorie di una guerra assurda
(...) la sua bravura di narratore, ironico, scanzonato, che sa cogliere il lato comico di una situazione e delle persone (la ricostruzione dei discorsi di Giganti è un capolavoro di umorismo) si rivela a ogni pagina (...)

(...) questo lungo viaggio durato mesi attraverso l'Europa in su e in giú, senza che se ne capisca lo scopo, fa pensare a
La Tregua di Primo Levi (...)

Norberto Bobbio


PREFAZIONE
di Marina Jarre

Non so se questo libro sia dovuto a quella mia proposta di più di trent'anni fa, al ristorante: - Ma dài Gino, dovresti scriverla quella tua campagna di Russia! - o, più probabilmente, alla irrefrenabile voglia e capacità di Gino di raccontare. Difficilissimo, infatti, zittirlo il pestifero, nevrastenico, pignolo tenente Moretti.
È il novembre del '42. Nel sud dell'Ucraina sono caduti dieci centimetri di neve e la temperatura è scesa a - 20. La finestrina della stanza si è ghiacciata dall'interno. Dentro c'è l'aria grigia del Natale.
Il tenente Gino Moretti della 83' Compagnia Telegrafisti d'Armata, sta caldissimo nel cappotto militare foderato di pelliccia di pecora (anche se la canottiera è piena di buchi), i piedi li ha infilati nei doppi calzettoni di lana di mamma. È tranquillo «nella bella pace di Russia», anche se prova una grande nostalgia per la giovane moglie lasciata a casa assieme alla bimba di pochi mesi. Ma è soddisfatto del proprio accurato lavoro. Fino a Ssulin, oltre il Donetz, è arrivato come «un ragno, lasciandosi dietro un groviglio di cavi». Ha installato con i suoi naioni la rete di telefoni delle retrovie dell'armata italiana. Nella sua centrale si aprono adesso «le porte» di metà dei telefoni di Russia e tutti, persino i colonnelli e i generali, devono fare la coda quando vogliono parlare con casa loro.
[..]
A un certo punto del romanzo la lunga schiera della spedizione degli alpini passa a fianco degli accampamenti dei soldati del genio. Possiamo immaginare che forse gli occhi del sergente Stern e del tenente Moretti (che non si sono mai conosciuti) si siano incrociati per un attimo. Se questo scambio di sguardi fosse avvenuto, ci sarebbe stato in quel momento l'incontro tra due diverse campagne di Russia: quella tragica e drammatica raccontata da Rigoni Stern in Il Sergente nella neve; e quella senza tempo e in cui non accade nulla, descritta invece da Gino Moretti in questo libro. L'inutilità degli ordini, l'attesa e la paura di un nemico che mai compare, il vagare inutile nelle terre di Russia: potrebbe essere un altro Deserto dei Tartari, ma la vividezza di questi ricordi (il saltare continuo e ininterrotto dal passato della memoria al presente di una rappresentazione mentale cosí intensa) dissipa ogni senso di angoscia metafisica, e rende piacevole e movimentata la narrazione. La capacità di guardarsi intorno di Moretti ha trasformato l'esperienza russa in un affresco molteplice e variopinto, anziché in un limbo sospeso nel tempo.

INDICE


Caro professor Moretti
di Norberto Bobbio

Prefazione
di Marina Jarre

Cavalli 8, Uomini 40






Gino Moretti

CAVALLI 8 UOMINI 40

editore ANGOLO MANZONI
edizione 2000
pagine 192
formato 14x22
brossura con alette
tempo medio evasione ordine
ESAURITO

11.30 €
7.30 €

ISBN : 88-86142-50-1
EAN : 9788886142502

 
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