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IL VECCHIO PIEMONTE NEL NUOVO MONDO
parole e immagini dal Brasile
INTRODUZIONE

Da più di un anno è ormai concluso il secondo ciclo del Master Universitario di I livello "Esperto di cultura regionale (Piemonte) per la formazione degli insegnanti", gestito dalla Facoltà di Scienze della Formazione in collaborazione con le Facoltà di Lettere e filosofia e Lingue e letterature straniere dell'Università di Torino, attraverso una convenzione con l'Università di Vitória (Brasile). Il Master è stato patrocinato e finanziato dalla Regione Piemonte, Assessorato alla Devoluzione, Valorizzazione dell'identità del Piemonte, Patrimonio linguistico, Teatro, Piemontesi nel mondo, Emigrazione ed immigrazione, rappresentato in apertura dall'assessore Gipo Farassino e continuato poi dall'assessore al Welfare, Emigrazione ed Immigrazione, on. Angela Teresa Migliasso.
Noi docenti delle tre Facoltà torinesi, coadiuvati da alcuni colleghi provenienti da altre università italiane, abbiamo spesso varcato l'oceano per raggiungere Vitória, sede del I ciclo di Master, poi attraversato la foresta per raggiungere Castelo, piccola comunità all'interno dello stato di Espírito Santo, dove l'entusiasmo per le origini italiane e i collegamenti culturali con il Piemonte sono particolarmente sentiti.
Il Brasile ci ha accolti con il suo entusiasmo festoso, immergendoci in una natura lussureggiante e colorata, capace di compensare con la sua bellezza prorompente la temperatura tropicale piuttosto faticosa per le nostre abitudini. Orchidee dalle mille sfumature spuntavano tra i rami degli alberi ai quali si appoggiavano, trasformando la lunga strada che conduceva al lavoro in un pellegrinaggio nel giardino delle delizie, rallegrato dal cinguettio di uccellini nervosi che a frotte saltellavano di ramo in ramo, tra le fronde di alberi secolari... Ben ci vi, ben ci vi era il richiamo incessante, che ognuno di noi interpretava a suo modo, generando una serie infinita di barzellette.
L'acqua di cocco e i frullati di frutta esotica erano un altro gradevole sostegno alle fatiche e al disagio di sistemazioni un poco improvvisate e certamente lontane dallo standard europeo: bastava sedersi su di una panchina di fronte al mare di Vitória perché la stanchezza sparisse sollevata dalla brezza che spirava tra le palme.
Acquazzoni impressionanti quanto improvvisi, inimmaginabili nei climi temperati, di tanto in tanto ricordavano che l'Italia era lontana, ma in fondo nessuno la rimpiangeva davvero tanto. Impossibile irritarsi anche quando si era inzuppati d'acqua, perché in un batter d'occhio ci si ritrovava asciutti e rilassati...
Ora è finito: la nebbia torinese ci ha di nuovo avviluppati, le lezioni e gli impegni di sempre ci opprimono, appiattendoci nella quotidianità, ma non possiamo dimenticare quei momenti di rara suggestione dei quali ci siamo nutriti per quattro anni.
Il rimpianto riguarda anche l'umanità che abbiamo incontrato laggiù: persone che dopo una giornata di lavoro si spostavano per raggiungere la sede dei corsi e cercavano di trovare nelle parole di questi italiani venuti per loro, incredibilmente per loro, il suono delle parole di famiglia, il sapore dell'infanzia perduta, il miraggio di una patria mitica che tempi crudeli avevano costretto ad abbandonare.
Il legame si percepiva forte e vigoroso, fatto di amore e di nostalgia, forse anche un poco di illusione, come sempre capita quando la fantasia non si confronta con la realtà. Ci veniva spesso voglia di cercare di fare capire, sommessamente, che l'Italia in fondo non era poi così bella, così buona, così felice, così giusta come loro la vedevano, ma gli occhi lucidi di chi ricordava ciò che non aveva mai visto respingevano in gola le parole della verità, coinvolgendoci in una mistificazione amorevole. Ci siamo liberati la coscienza pensando che quelle borse che offrivano ad alcuni la possibilità di soggiorno in Italia avrebbero consentito una verifica diretta. Ci auguriamo non sia del tutto negativa: non abbiamo il sole perennemente alto nel cielo, né i profumi intensi della foresta, né i sapori inebrianti dei frutti esotici, ma il contrasto servirà a rendere un'idea più precisa di questa terra degli antenati, amata nel bene e nel male, come sempre capita quando si tratta di vero amore.
I risultati di questo pluriennale pellegrinaggio affettuoso si trovano condensati in questo libro, dal quale emergono Vitória, Santa Izabel, Domingos Martins, Chachoerio... Rio, la metropoli, rappresenta soltanto lo sfondo, come porta d'ingresso per una nuova vita.
Per chiudere, una nota di rammarico: tra i contributi qui stampati manca quello del prof. Giuliano Gasca Queirazza, che sicuramente, come sempre, ci avrebbe offerto una testimonianza preziosa della sua poliedrica cultura, se l'inesorabile richiamo alla casa del Padre non lo avesse sottratto agli amici, agli allievi, a tutti coloro che in vita lo hanno stimato e apprezzato.

Alda Rossebastiano
INDICE

Introduzione

Elena Papa
Un console piemontese in Brasile: note sulla lingua dei dispacci diplomatici nella prima metà dell'Ottocento

Daniela Cacia
Cappuccino, Verde Chianti, Raggio di Sole:
italianismi nelle denominazioni brasiliane dei materiali lapidei ornamentali


Alda Rossebastiano
Piemonte e Italia nell'odonomastica di Castelo (Espírito Santo - Brasile)

Fabia Gatti
Le parole del legame

Joelma Cellin
I libri parrocchiali e civili di Cachoeiro de Itapemirim: una fonte per lo studio dell'emigrazione italiana

Gianni Perona
Lettura di un monumento brasiliano: il monumento di Vitória ai caduti della Forza di spedizione brasiliana

Alda Rossebastiano
Cognomi piemontesi sul brigantino «Bella Dolinda»

Anna Ferrari
Rio de Janeiro - Agliè. Vite parallele di due collezioni archeologiche




Alda Rossebastiano

IL VECCHIO PIEMONTE NEL NUOVO MONDO - Brasile

editore DELL'ORSO
edizione 2009
pagine 200
formato 17x24
brossura
tempo medio evasione ordine
ESAURITO

18.00 €
18.00 €

ISBN : 978-88-6274-166-8
EAN : 9788862741668

 
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