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Recensioni L'ULTIMA FIABA DEI FRATELLI GRIMM
da ttL tuttoLIBRI sabato 10 gennaio 2004

NEL FOCOLARE DEI GRIMM QUANTI MONDI SCONOSCIUTI

La "Bella addormentata" in una nuova versione (ripresa da qualche antica tradizione o inventata più probabilmente dallo stesso Middleton?): la perfida strega che ha operato l'incantesimo non può che venire uccisa


Roberto Denti


Il titolo del romanzo L'ultima fiaba dei Grimm potrebbe trarre in inganno: niente di fiabesco o di facile racconto della vita dei due celebri fratelli.
Hayan Middleton è uno scrittore di profondi intendimenti che scrive con una incredibile felicità narrativa e trascina il lettore sino alle ultime pagine senza un momento di pausa suscitando sempre una sorprendente curiosità. Intanto bisogna subito precisare che i capitoli hanno una scansione puntuale: quelli di numero dispari riguardano vicende che si intrecciano con ritmo preciso sulle vicende della famiglia Grimm e su tutte le infinite problematiche che ne scaturiscono; i capitoli di numero pari potrebbero rappresentare un libro a sè perchè affrontano un'inattesa e lunga versione della famosa fiaba La bella addormentata nel bosco.
Due i temi del romanzo: la vita dei due fratelli, soprattutto quela di Jakob, e la raccolta di fiabe come parte del loro lavoro di filologi e di scrittori che rammentando al popolo tedesco "il suo glorioso passato" può "far rinascere la fede nella Nazione. Non la legge, bensì la letteratura (orale, scritta, condivisa, tramandata) è il legame che unisce l'intero Volk tedesco". L'erudizione dei due fratelli non aveva limiti ma non si ferma al semplice lavoro filologico perchè essi affiancano alle edizioni critiche dei testi medioevali e al relativo apparato le versioni di testi in tedesco moderno. Jakob è "l'uomo che ha dato il suo nome ad una legge linguistica...la legge Grimm. Legge che ha a che fare con il mondo con cui le consonanti si corrispondono nel germanico e nelle altre lingue indoeuropee". Tutto questo nel romanzo di Middleton è raccontato senza ombra di pedanteria, perchè in primo piano risalta la storia che ci viene presentata.
Jakob Grimm nel 1863, poco prima della sua morte (Wilhelm è scomparso cinque anni prima), intraprende un viaggio in Assia, dove è nato e dove rimare il suo cuore malgrado la vita lo abbia costretto a soggiornare in città diverse, ultima delle quali Berlino. Lo accompagna la nipote Auguste, figlia dell'amato fratello, col quale Jakob ha sempre mantenuto un dialogo incessante, senza mai separarsene per settant'anni. Wilheilm ha sposato Dortchen e lo strettissimo rrapporto anche fra cognati provoca in Auguste una domanda drammatica: di quale fratello è figlia? Auguste chieme il padre "papa" e lo zio "apapa" quasi a segnare l'impercettibile differenza fra i due, "come fossero padri gemelli". Su questo dubbio si svolgono le vicende del libro nel quale intervengono anche altri elementi di fascino.
Jakob, infatti, e la nipote sono accompagnati da Kummel, un servo (prestato per un mese da una famiglia amica) che aiuterà i due viaggiatori a superare ogni esigenza o problema che lo spostamento comporta in un'epoca di turismo ancora alle prime armi.
Fra Auguste e Kummel nasce qualcosa di più di una simpatia, ma fra i due giovani si frappone un ostacolo insormontabile. Jakob, sentendo parlare il servo, si accorge-in base alla sua profonda e insospettabile conoscenza linguistica-che il suo accento non proviene da nessuna zona di lingua tedesca. Infatti Kummel è un ebreo non dichiarato (sfuggito ad un pogrom all'età di dieci anni) che rischia l'esistenza in una Germania che porta in sé le radici del razzismo e di quel nazionalismo che sfocerà, settant'anni più tardi, nella ferocia del nazismo. Middleton accenna a questi problemi lasciando al lettore la libertà di accorgersene.
Unitamente a vicende umane profondamente emozionanti, il romanzo fa rivivere ai protagonisti il ricordo del lavoro più famoso dei due fratelli, la raccolta delle Fiabe dei bambini e del folclore (Kinder-und Hausmarchen, 1812-1821) che ha portato i fratelli Grimm ad una fama mondiale che continua incessantemente. "Senza il tocco umano di Wilhelm. le Fiabe non avrebbero avuto tanto successo": questa affermazione della moglie nasconde il lavoro svolto di moderare, ammorbidire, mitigare certe situazioni considerate troppo violente nella tradizione popolare, sino ad allora tramandata in Germania per via orale. Malgrado questo sforzo restano "piene d'emozioni quasi selvagge...Le loro immagini a volte sono così barbare". troviamo in questi racconti "il bene e il male allo stato puro". E inoltre:""Forse nel suo insieme la gamma di crude emozioni di quelle fiabe è quasi opprimente. Rancore, invidia, cattiveria, paura, ossessione, amore: tutti questi sentimenti risultano, come un torbido sapore, dalle pagine".
Quando una narratrice chiede: "Ma le mie storie sono per bambini piccoli, come faremo a leggerle?" Jakob risponde: "In tal caso sarà la Mutti o magari il padre a leggerle ad alta voce". Ad un altro quesito sulle fiabe: "Sono per bambini, sono per dotti? Io rispondo che sono per tutti, sono per la Germania". E invece tutto il mondo occidentale se ne è impossessato. E' appena il caso di ricordare l'errore di confondere i testi originali dei Grimm con le edulcorate versioni disneyane.
Non meno appassionante il contenuto del romanzo per quanto riguarda i capitoli di numero pari che raccontano con molta sapienza la fiaba della Bella addormentata, in una versione (ripresa da qualche antica tradizione o inventata probabilmente da Middleton?) in cui vengono messi in evidenza i rapporti fra il principe e la propria madre che è la stessa perfida strega che ha operato l'incantesimo nella fiaba dei Grimm e della cui fine non si sa nulla. In questa, invece, la soluzione è inequivocabile: non può che venire uccisa.
Le due storie (che sembrano così lontane) del romanzo di Middleton hano la profonda esigenza di essere lette in modo parallelo, perchè tutte e due ci portano a concludere che "ci sono altri mondi, oltre a questi, sai?"
L'ULTIMA FIABA DEI FRATELLI GRIMM
C'era una volta un paese che non era la Germania. Per secoli il popolo tedesco visse in un mosaico di principati, ducati, reami, alcuni così piccoli che si raccontava di un principe, uscito per una passeggiata pomeridiana, cui era accidentalmente caduto di tasca il regno. Il principe non lo aveva più ritrovato [..]
INSTAR LIBRI - 2003
pp. 266
formato 14x21
brossura con alette
15.00 €
9.90 €
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