motore di ricerca
Diventa Fan su Facebook
cataloghi novità - Piemonte - Monferrato - Asticataloghi editorischede autorinotizie2022 Promozioni
Alcune proposte
Recensioni FAM, FUM, FRECC
da ttL LA STAMPA sabato 7 aprile 2001

FAME, FUMO, FREDDO E' LA VITA DELLO SPAZZACAMIN
Il romanzo fotografico di un mestiere da poveri, in fuga dalle valli alpine


Giovanni Tesio

Ricordate Cuore? Ricordate il piccolo spazzacamino "tutto nero in viso, col suo sacco ed il suo raschiatoio" che piange perchè ha perso i trenta soldi che s'è guadagnato e teme le bastonature del "padrone" e scatena una gara di solidarietà tra le bambine della Moncenisio che gli riempiono le mani di denari e lo coprono per soprammercato di mazzetti di fiori? La scena appartiene al De Amicis più diabetico, ma la sostanza di uno sfruttamento abituale e ben documentata in un libro di Benito Mazzi Fam, Fum, Frecc (fame, fumo, freddo) le tre "effe" di un "grande romanzo" che parrebbe conciliarsi con i caratteri di un immaginario d'appendice. Romanzo scritto ma ancora più persuasivamente fotografico, ricco di documenti che sanno raccontare un mondo meglio delle parole, edito da Priuli & Verlucca nei "Quaderni di cultura alpina".
Erano un popolo variegato che veniva dalla nera miseria dei monti, una schiera di piccini disposti a subire lo sfruttamento più ignobile, cui nel tempo cercarono di opporre qualche (sdrucito) sbarramento alcune società di patronato, di mutuo soccorso, di assistenza laica e cattolica (da don Cafasso al cardinal Fossati). Ignazio Cantù - fratello del più noto Cesare - li ha effigiati in versi modesti: "Spazzacamino, spazzacamino/ ho freddo, ho fame son poverino:/ In riva al lago, ove son nato,/ Ho la mia mamma abbandonato". Ma una delle tante testimonianze raccolte da Mazzi sembrerebbe sostenere molto più verosimilmente il contrario: che - pur con sofferenza - fossero le mamme ad abbandonare i figli: "Avevo otto anni e mezzo, eravamo nel 1919. Un giorno un signore si presentò a mia mamma. Non so di cosa trattarono, il fatto è che un paio di settimane dopo,, era il 20 settembre, fui svegliato alle sei di mattina. Mia madre mi vestì, mi infilò delle caldarroste in tasca e un sacchetto sotto il braccio e insieme a un mio fratello maggiore mi trascinò per la strada della Cannobina...".
Partivano in autunno, scendevano in gruppo dalle valli più povere di Piemonte e Lombardia, dalla Val d'Aosta, Valle Orco,
 Val Cannobina, Val Vigezzo, dal Canton Ticino e andavano ad avvitarsi su e giù per i camini della "Bassa", spingendosi ben oltre i confini delle terre più prossime fin nel cuore dell'Italia centrale e in qualche plaga transalpina, che raggiungevano passando la frontiera di notte per eludere i controlli dei gendarmi.
Giravano per le strade mandan il loro richiamo, portavano zoccoli chiodati, ginocchiere di cuoio e toppe di rinforzo nel basso schiena e ai gomiti, la corda per salire, la raspa alla cintura, il riccio di lamelle a raggiera per scrostare, il sacco di iuta in spalla per raccogliere la fuliggine che veniva venduta come concime, la giacchetta di fustagno, il berrettone a forma di sacchetto. Avevano visi mori, sguardi di volta in volta smarriti o sfrontati. Ma c'erano poi anche i cani sciolti, gli "ambulanti" che con la loro bicicletta macinavano per paesi con l'attrezzatura adatta (non erano loro a calarsi per i camini, si limitavano a calare il riccio servendosi di un peso legato alla fune).
I grandi si chiamavano "ramoneur" in Val d'Aosta, "rusca" in Val Vigezzo, Cannobina e Canton Ticino, "borna" o "burna" in Valle dell'Orco. Mentre i piccoli avevano altri nomi: "piccolo rusca", "gògn", "gaillo". Seguivano a volte i loro padri, ma più spesso venivano affidati ad un padrone, che a sua volta veniva diversamente denominato a seconda delle zone ("faìsc" in Vigezzo, Cannobina e Ticino, "budròc" nella Valle dell'Orco, "maìtre ramoneur" in Val d'Aosta). E c'era una ben precisa gerarchia perchè tra i piccoli spazzacamini e il padrone stava il garzone che veniva scelto dal padrone tra i ragazzi più cresciuti e ne diventava il vice.
Ma è pensando comunque ai piccoli che la canzone di Cherubini e Rusconi spingeva forte sul pedale del patetico: "Come rondine vo, senza un nido né un raggio di sol...".
FAM, FUM, FRECC IL GRANDE ROMANZO SPAZZA CAMINI
Valle d'Aosta, Valle Orco, Val Cannobina, Val Vigezzo, Canton Ticino - Nel grande romanzo dell'emigrazione, per secoli risorsa primaria di tante vallate alpine, pagine molto dolorose sono state scritte dagli spazzacamini, il cui fenomeno ha caratterizzato le pił povere di queste terre, dove la maggior parte delle famigli [..]
PRIULI & VERLUCCA - 2012
pp. 80
formato 21x29,7
brossura editoriale con sovracoperta rigida plastificata
18.50 €
13.90 €
9788880686033
©1999-2024 Tutti i diritti riservati
Via Brofferio, 80 14100 Asti - Piemonte - ITALY
Cell +39 3490876581
Spedizioni corriere espresso in Italia e in tutto il mondo
Riceviamo in sede su appuntamento
P.IVA 01172300053 - Cod.Fisc. BSSVCN50C23B425R - REA AT-93224
ebussi50@gmail.com